NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 480
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     (Da Le Porrettane, XVIII)



     GLI SCOLARI CHE RUBANO IL PORCO
     Maestro Nicolao da Massa, medico, dieto Portantino, compra uno porco, il quale gli è furato da certi scolari. Il medico se ne lamenta; il podestà manda la famiglia a casa de li scolari a cercarlo; il quale trovato a lecto, e, dettoli essere uno amalato di peste, la famiglia fuge e il porco a damno del medico da li scolari è goduto.

     C
     LARISSIMO conte, gentilomini graziosi e voi altre bellissime e savie donne, le Vostre Magnificenzie debbeno sapere che nel Studio nostro di Siena furono, poco tempo fa, quattro nobili e piacevoli scolari, nominati l'uno misser Antonio da Cità de Castello, clerico canonista, l'altro misser Giovanni da Sancto Gimignano, iurista, el terzo maestro Antonio di Paulo de Valdarno da Arezo, studente in l'arte, quarto ed ultimo maestro Michele di Cosimo Arretino, de li conti di Palazolo, artista, giovene in quel tempo molto piacevole, cognominato el Bacica, il quale, ancora che al presente sia doctore egregio nel Studio de Bologna e de più anni, gravità e virtù, nondimeno, non essendo degenerante de la sua nobile fantasia, non se dimentica, cum sua laude e cum gran benivolenzia de tutto el populo di quela citade, li dulcissimi effecti de la sua gentil natura. Ma, per brevità lassando al presente da canto la virtù sua, per se stessa, come sapete, laudatissima, sequitaremo el piacevole effecto del nostro tema.

     Essi scolari adunque dimorando per stanzia in casa de misser Francesco da Urbino, allora rector del Studio de li artisti de Siena, presso la qual casa stava uno medico tanto docto, che, a gloria sua, credendo superare Avicenna e Galieno, era ignorantissimo, il cui nome fu maestro Nicolao da Massa, ma per altro decto el Portantino, perché andava portante; costui, essendo de febraro presso carnesale, comprò uno porco, il quale facto amazare, sel fece portar a casa e apicarlo ad uno legno, per tenerlo quatro o cinque dì, avanti lo facesse salare, come se costuma da nui. La qual cosa sapendo questi scolari, deliberarono furarli el porco, avendo alora ozio, il perché se era lassato il Studio per rispecto de uno scolaro, chiamato maestro Piero di Eri Martini, compagno del dicto maestro Michele de' conti di Palazolo, morto de pestilenzia. E, facta la deliberazione, una nocte poi cum loro grandissimo piacere essendo introducti in casa del medico cum segreto modo, li furarno el porco. Il che la matina, levandose a bona otta, il medico subitamente, come quello che n'era pur geloso, vide e cognobbe; donde divenendo tutto affannoso, existimò che quisti scolari, per alcune altre zardarelle li aveano facte, glielo avessono furato. Per la qual cosa subito andò a farne quercia a misser Amadio da Città de Castello, in quel tempo dignissimo pretore de Siena. Il quale, inteso questo, mandò presto a comandare a quilli scolari circa tre volte li volessono restituire el porco, perché altramenti sarebbe necessario a procedere contro loro criminalmente. E, loro negando non averlo avuto né sapere dove fusse, il podestà deliberò, per la continua noglia del medico sapere la verità de la cosa e mandare a cercare la casa di scolari, se lì fusse, e, trovandolo, farli pigliare e menarli in presone.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]