Opere di letteratura italiana e straniera |
(Da Le Porrettane, XVIII)
Essi scolari adunque dimorando per stanzia in casa de misser Francesco da Urbino, allora rector del Studio de li artisti de Siena, presso la qual casa stava uno medico tanto docto, che, a gloria sua, credendo superare Avicenna e Galieno, era ignorantissimo, il cui nome fu maestro Nicolao da Massa, ma per altro decto el Portantino, perché andava portante; costui, essendo de febraro presso carnesale, comprò uno porco, il quale facto amazare, sel fece portar a casa e apicarlo ad uno legno, per tenerlo quatro o cinque dì, avanti lo facesse salare, come se costuma da nui. La qual cosa sapendo questi scolari, deliberarono furarli el porco, avendo alora ozio, il perché se era lassato il Studio per rispecto de uno scolaro, chiamato maestro Piero di Eri Martini, compagno del dicto maestro Michele de' conti di Palazolo, morto de pestilenzia. E, facta la deliberazione, una nocte poi cum loro grandissimo piacere essendo introducti in casa del medico cum segreto modo, li furarno el porco. Il che la matina, levandose a bona otta, il medico subitamente, come quello che n'era pur geloso, vide e cognobbe; donde divenendo tutto affannoso, existimò che quisti scolari, per alcune altre zardarelle li aveano facte, glielo avessono furato. Per la qual cosa subito andò a farne quercia a misser Amadio da Città de Castello, in quel tempo dignissimo pretore de Siena. Il quale, inteso questo, mandò presto a comandare a quilli scolari circa tre volte li volessono restituire el porco, perché altramenti sarebbe necessario a procedere contro loro criminalmente. E, loro negando non averlo avuto né sapere dove fusse, il podestà deliberò, per la continua noglia del medico sapere la verità de la cosa e mandare a cercare la casa di scolari, se lì fusse, e, trovandolo, farli pigliare e menarli in presone. |