Opere di letteratura italiana e straniera |
Ond'il marito s'avvisò di provare un altro magistero, e molto semplice; e queste fu che, chinato il capo verso quel luogo, s'avvisò con li denti troncare quella zanca la quale così forte molestava la donna; e come la bocca perse, per pigliare co' denti la zanca del granchio, il granchio con l'altra bocca afferra costui per lo labbro, il quale subito comincia a gridare, e la donna grida e tira, e colui grida e tira.
Era fra la brigata uno valente maliscalco, il quale disse a un suo discepolo che per le tanagli andasse alla sua stazzone; il quale subito andato e tornato con esse, il maliscalco troncòe le bocche del granchio; delle quali tanaglie e Peruccia e Mauro ebbene gran paura, sanza la vergogna, che non fu minore. E così la moglie 'l marito vituperati, furono dal maliscalco liberati dal granchio marino; il quale lasciò loro si fatti segni e si dogliosi, che 'l marito andò più dì con una pezzuola d'unguento sul labbro e la donna forse si medicò anch'ella, perecché buon pezzo andò a gambe aperte. E gli uomini della terra di tal novella più tempo n'ebbono a ridere e a parlare. Ma ancora ci fu meglio, che 'l maliscalco domandò d'essere pagato, e Mauro contraddiceva, allegando che si dovea pagare di ferrare, e non di sferrare. E 'l maliscalco rispondea: - Come! o non mi debb'io pagare, quando io medico uno cavallo, levandolo da pericolo di morte, o d'altre fortunoso caso? o se uno cane rabbioso, com'era questo granchio, avesse afferrato uno cavallo, e non lo lasciasse, ed io facessi si che io lasciasse e guarisselo, non doverrei io essere pagato? - e di molte altre belle ragioni disse tante che li diede soldi venti, come se avesse ferrato uno cavallo. |