NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora avea questo prencipe una mogliera, anzi posso dir meglio una fenice, tanto di forma e di virtù dotata che più tosto miracolo che cosa credibile era, della presente età dimandare puossi: ma tanto ancor del suo signore gelosa, ch'io attento a dire che gli uccelli che anzi lui volavano sapendolo lei, con grande loro pericolo gli venivano; tanto gli aveva ella l'occhio a dosso, e guardie e spie, a ciascheduna donna che 'l guardasse; e per questa accesa gelosia, odiò molte belle donne nel suo secreto, massime una, della quale era la fama che 'l duca fusse sopra di tutte l'altre appassionato; e fu causa e origine d'una novella non da lasciare andare senza meritevole scrittura.
     Erano allora venuti gli ambasciatori fiorentini al detto duca, nel tempo, che esso contra il duca Giovanni, per fare regina la figliuola, prestava ogni soccorso al re Ferrando. Fra questi era uno per prudentia et consiglio, notabilissimo uomo, chiamato messer Anzolo Azaioli: i quali poiche in le cose pertinenti a gli stati d'Italia ebbero conferite molte cose; mentre aspettavano a espeditione, ricevuti, et ritenuti in grandissimi trionfi.

     La sopradetta madonna duchessa pregò gli predetti ambasciatori che gli piacessi raffredar la mente del signor duca, di queste lascivie d'amore, e de seguitar più simile impresa, et fargli ormai conoscentia, che ad uomo vecchio si disdice di vagheggiare; onestandosi ella che non per gelosia, ma per la età del duca, male potente durare in la battaglia, gli faceva fare questo ricordo; temendo che alla salute sua tanto amorosa cupidità pregiudicasse. Et così gli ambasciatori inteso meglio ch'ella non diceva il suo pensiero, un dì che a cavallo con lui eran montati, esso in mezzo d'entrambi dui loro, visitando le contrade delle belle, e pure spesso balestrando uscie e fenestrelli, parve a loro per questa occasione cattare in tempo di servire la duchessa; et a tutto potere suo, che onesto fusse di sconfortarlo gire amorosando.


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