NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Già il sole nascondeva gli suoi folgenti rai, e le tenebre della notte cominciavano apparire, quando il vecchiarello con frettoloso passo giunse alla selva, e trovò Biancabella che con un'altra ninfa sedeva. E miratala nel chiaro viso, stupefatto rimase, pensando quasi ch'ella non fusse. Ma poi che conosciuta l'ebbe, le disse: Figliuola mia, voi eravate stamane cieca e monca; come siete voi così tosto guarita? - Rispose Biancabella: - Non già per me, ma per virtù e cortesia di costei che meco siede, la quale mi è sorella. - E levatesi ambedue da sedere, con somma allegrezza insieme con il vecchio se n'andorono a casa: dove dalla moglie e dalle figliuole furono amorevolmente ricevute.
     Era già passati molti e molti giorni, quando Samaritana, Biancabella ed il vecchiarello con la moglie e con le tre figliuole andarono alla città di Napoli per ivi abitare; e veduto un luogo vacuo che era al dirimpetto del palazzo del re, ivi si posero a sedere. E venuta la buia notte, Samaritana, presa una vergella di lauro in mano, tre volte percosse la terra dicendo certe parole; le quali non furono appena fornite di dire, che scaturì un palazzo il più bello ed il più superbo che si vedesse giamai. Fattosi Ferrandino re la mattina per tempo alla finestra, vide il ricco e maraviglioso palazzo; e tutto attonito e stupefatto rimase. E chiamata la moglie e la matrigna, lo vennero a vedere. Ma ad esse molto dispiacque, perciò che dubitavano che alcuna cosa sinistra non le avenisse. Stando Ferrandino alla contemplazione del detto palazzo, ed avendolo d'ogni parte ben considerato, alzò gli occhi e vide per la finestra d'una camera due matrone che di bellezza facevano invidia al sole. E tantosto che l'ebbe vedute, gli venne una rabbia al cuore, perciò che li parve una di loro la sembianza di Biancabella tenere. E addimandolle, chi fussero e donde venisseno. A cui fu risposto che erano due donne fuoruscite, e che venivano di Persia con il loro avere, per abitare in questa gloriosa città. E addimandate se grato averebbono che da lui e dalle sue donne visitate fussero, gli risposero che caro le sarebbe molto, ma che era più convenevole ed onesto ch'elle, come suddite, andassero a loro, che elle come signore e reine, venissero a visitarle. Ferrandino, fatta chiamare la reina e le altre donne, con esso loro, ancor che ricusassino di andare temendo forte la loro propinqua roina, se ne girono al palazzo delle due matrone; le quali con benigne accoglienze e onesti modi onoratissimamente le ricevettero, mostrandogli le ampie logge e spaziose sale e ben ornate camere, le cui mura erano d'alabastro e porfido fino, dove si vedevano figure che vive parevano.


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