Vengono stabiliti due differenti gruppi: il gruppo A riservato ai motocicli sciolti fino a 250 cc. e motocarrozzette fino a 600 cc., ed il gruppo B per i mezzi che superano le suddette cilindrate. Trattandosi di una competizione di regolarità vengono stabilite le medie chilometriche che i mezzi dei due gruppi debbono rispettare, cioè rispettivamente 45 e 50 km orari. Durante il percorso vengono stabiliti dei controlli ad orario e dei controlli a timbro, che vengono annotati in una tabella di marcia che i concorrenti devono riconsegnare alla fine di ciascuna tappa.
Il trofeo dello Scudo d'Abruzzo viene realizzato su un bozzetto originale dagli Stabilimenti Artistici Fiorentini e rappresenta una “ruota raggiata circoscritta da una fuga di freccie e portante al centro una Vittoria protesa in avanti. La massa dello Scudo sarà eseguita in bronzo massiccio finemente cesellato, la Vittoria e le freccie in argento pur esse cesellate”.
Prima edizione tra luci ed ombre
“Arrivati ultimi siete già primi”
Per il Moto Club teramano, fresco di costituzione, una manifestazione massacrante che prevedeva quattro intensi giorni di gara, con quattordici controlli e più di 1.600 chilometri di percorso, poteva rappresentare un impegno al di là delle proprie possibilità, considerato che la prova sarebbe stata severa anche per un'organizzazione ben collaudata. Fidia Mengaroni, inviato speciale del Littoriale, nel commento apparso su Il Solco alla conclusione dello Scudo d'Abruzzo, (12) ha modo invece di sottolineare che la gara, che “ha riempito di sé le vallate, i borghi, i paesi di nove provincie e ha interessato un pubblico caldo e sincero che sa vibrare come nessun altro”, ha fatto registrare uno sbalorditivo successo sotto l'aspetto sportivo ed organizzativo: “La nostra pratica giornalistica non ha mai visto una corsa così severa, così ben organizzata, un'ospitalità così signorile e toccante. Corridori, ufficiali e giornalisti lasciano Teramo con rincrescimento. Pochi giorni di vita fra voi sono stati sufficienti per farci conoscere questo meraviglioso popolo abruzzese [...] Tutti quanti siamo venuti qui disposti a passare sopra alle solite pecche, ci siamo trovati di fronte ad un raro esempio di capacità. [...] Arrivati ultimi siete già primi”.
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(12)
Cfr. Il Solco del 22 luglio 1935 p. 4.
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