Le classifiche della dodicesima e ultima edizione dello Scudo d'Abruzzo:
Prima batteria: 1. Luciano Rossi (MotoBi) in 34'26”1 alla media di kmh. 83,495; 2. Luigi Perotti in 34'26”2; 3. Vittorio Brambilla in 34'50”2; 4. Giorgio Ferrante in 35'32”2; 5. Fernando Frani in 35'47; 6. Vincenzo Cerriotti in 35'48”. - Seconda batteria: 1. Giancarlo Rossi (Morini) in 34'52”3 alla media di kmh. 82; 2. Ezio Mascheroni in 35'05”1; 3. Benito Cutino in 35'45”2; 4. Leonello Maestri in 36'16”3; 5. Corrado Maccarelli in 36'21”4; 6. Angelo Venegoni a 4 giri. - Finale: 1. Luigi Perotti (MotoBi) in 44'52” alla media di kmh. 85,909; 2. Luciano Rossi (MotoBi) in 44'52”1; 3. Ezio Mascheroni (AerMacchi) in 46'52”2; 4. Gigi Tommasi (Morini) in 46'54”; 5. Valentino Ceriotti (Morini) in 46'56”; 6. Ferdinando Frani (Morini) in 46'56”2.
Una nuova e agghiacciante tragedia pone sotto accusa il mondo delle corse motoristiche. Questa volta lo scenario non è la strada, bensì il più sicuro degli autodromi italiani, quello di Monza, dove il 10 settembre 1961, nel corso del Gran Premio d'Italia di formula uno, la Ferrari pilotata da Wolfgang von Trips, tamponata dalla Lotus di Jim Clark, dopo un paio di testacoda, piomba ad oltre duecento chilometri all'ora sugli spettatori, causando una vera e propria carneficina: 14 morti e decine di feriti. Anche il 33enne pilota tedesco muore. La corsa, trasmessa per la prima volta in televisione, non viene neppure sospesa.
Dopo l'ennesima tragedia che proviene dal mondo dell'automobilismo, viene chiesta una drastica risposta, addirittura il bando definitivo di quello che viene da alcuni considerato “sport della morte”. In conseguenza della tragedia di Monza viene nominata dal Governo una commissione interministeriale incaricata di studiare le problematiche legate alla sicurezza degli spettatori, che dopo due mesi di lavori trae delle conclusioni che impongono nuove e più severe norme per la sicurezza del pubblico. Per le competizioni su strada viene decretata la fine definitiva, perché le norme di sicurezza sarebbero talmente severe da rendere impossibile la disputa di queste manifestazioni.
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