Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Nel 1860 fu destinato su iniziativa di Francesco De Sanctis (7) ad insegnare Filosofia Morale nella Regia Università "Ferdinando II" della città partenopea negli anni del massimo splendore dell'ateneo. Nel momento storico che segnava la conclusione della dominazione borbonica egli affrontò l'insegnamento nella consapevolezza che il rinnovamento politico andava accompagnato a quello morale stante una situazione generalizzata diffusa nella popolazione di miseria intellettuale sulla quale facevano leva i tentativi di restaurazione: «In una popolazione il cui sentimento religioso fioriva in manifestazioni festaiole ed esterne pratiche di culto il Tulelli affermava la necessità della spiritualizzazione del costume religioso dell'interiorizzazione del bene d'una costruzione non formalistica ma effettuale della società» (8). Egli seppe affrontare il suo compito rispettando i limiti che gli venivano dalle funzioni sacerdotali ma deciso ad eliminare il “bigottismo superstizioso” che impoverivano sia il sentimento religioso sia la morale.
     Si attenne quindi al sistema ortodosso ed avversò le nuove correnti filosofiche che giungevano dalla Germania che peraltro erano seguite nello stesso ateneo nel quale insegnava (9). Nello stesso tempo però non si sottrasse ad intervenire con i suoi scritti nelle questioni più squisitamente politiche che in quegli anni erano molto controverse ed in particolare sui temi relativi alle relazioni tra Chiesa e Stato all'abolizione della pena di morte all'educazione religiosa popolare all'infallibilità pontificia. Essendo egli stesso sacerdote su questa delicata questione va ricordata la posizione di deciso dissenso che il Tulelli espresse spiegandone le ragioni filosofiche (10).

(7) Francesco Saverio De Sanctis (1817-1883) scrittore e filosofo è stato uno dei maggiori critici e storici della letteratura italiana del XIX secolo. Tra il 1860 e il 1861 in seguito alla conquista di Garibaldi fu nominato governatore della provincia di Avellino e per un breve periodo fu ministro del governo Pallavicino dando il suo contributo al rinnovamento del corpo accademico napoletano.

(8) Carlo Nardi ne Il pensiero morale... op. cit. pag. 429.

(9) In particolare Bertrando Spaventa che nella seconda metà dell'Ottocento diffuse la corrente del liberalismo italiano la cui scuola si rifaceva al pensiero di Hegel.

(10) Le ragioni sono argomentate nel citato saggio di Carlo Nardi alle pagg. 446-449. Anche se il dogma dell'infallibilità pontificia venne infine proclamato il dissenso era diffuso anche tra molti dei padri conciliari. Giannina Milli nel sonetto “Al professor Paolo Emilio Tulelli” fa una chiara allusione al Concilio Vaticano I in cui si discute di questo tema con l'accenno all'«error che vuol potente / d'umana possa il successor di Pietro».