Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Il lungo carteggio che comprende 104 lettere si aprì nel 1857 e si chiuse nel Natale del 1883 appena un mese prima dell'improvvisa morte del filosofo di Zagarise. Il rapporto tra il Tulelli e la Milli oltre che alla condivisione degli ideali patriottici e dell'interesse per la poesia fu improntato su un'intima amicizia che oltrepassava ampiamente i limiti di un rapporto di maniera come emerge chiaramente dal tono delle lettere stesse e dalle reciproche attestazioni che i due non mancavano di farsi. «Se come tu dici io sono il tuo solo immutabile e vero amico di Napoli tu per me sei l'unica vera e santa amica ch'io mi abbia nel mondo» scriveva il Tulelli amico confidente e guida della poetessa; dotato di senso pratico il sacerdote seguiva gli affari della Milli a Napoli soprattutto quelli finanziari legati all'educazione della sorella della poetessa Gigina e del fratello Antonio che si trovavano insieme al padre a Napoli per studiare (qui successivamente la sorella insegnò anche come maestra in un educandato) frequentando abitualmente l'abitazione del Tulelli.
     Nel confidenziale carteggio emerge la schietta umanità del Tulelli dedito ad una esistenza semplice fatta di studi e di vita casalinga («Io vivo da romito e segregato e tutto occupato ne' miei studi solitari e tranquilli»); egli partecipava regolarmente l'amica poetessa sulle apprensioni che gli giungevano dalle questioni dei familiari (che lo angustiavano non poco) e sulla sua salute malferma considerato che il sacerdote fu afflitto per larga parte della sua vita dalla podagra (20) malattia che lo obbligava periodicamente a lunghe permanenze a letto che lo fiaccavano nel fisico e soprattutto nel morale rendendolo apatico a volte quasi stanco della vita.

(20) La podagra è una forma di gotta a carico dell'articolazione dell'alluce malattia metabolica che un tempo veniva considerata tipica dei ricchi spesso innescata da abbondanti mangiate di carne o pesce.