Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Ti restituisco i saluti degli amici e di D. Raffaella.
     Non ti dico nulla di me io vivo di timori e di speranze. Faccia Dio nelle cui mani ho riposto la vita mia. Tu intanto operosamente traggi profitto più che ti sarà dato di questa tua pellegrinazione poetica e godi di cotesti luoghi d'Italia e ricordati del

     P.S. Saluto caramente la mamma ed il fratello
     Tuo aff.mo d.mo am.o e servo
     Paolo Emilio Tulelli

     Di Napoli 24 settembre 1857


     VI

     Mia Carissima D. Giannina

     Eccoti acchiusa risposta di Gigina dalla quale rileverai cose che avrei dovuto io scrivere e che per ciò me ne dispenso. torno a rimettermi alla passata mia in quanto riguarda Finuccio giacché io non credo alla sua conversione.
     Mia cara Giannina fa cuore e non ti dar molta pena per i modi che non dipendono dalla propria volontà!
     Non mi parli affatto delle bellezze di Firenze. Giacché ne hai il comodo cerca di approfittarti del destro di veder tutti e di tutto godere.
     In meno di venti giorni ho perduto un fratello e due nipoti. La morte del primo che posso dir tragica è di funesta conseguenza cagione. Dio salvi la mia famiglia.
     Io non vedo quasi nessuno degli amici massimamente da un due mesi in qua siamo in un deserto.
     Scrivimi spesso e prega Dio per me. Saluto D. Regina ed Antonio. Sono

     Di Napoli 18 ottobre 57

     Tutto vostro devotissimo
     Paolo Emilio Tulelli


     VII

     Mia carissima D. Giannina
     Rispondo all'ultima tua del passato mese giuntami con qualche ritardo. E prima di dimenticarmi quel che tante volte avevo in animo di pregarti ti scongiuro quando scrivi di scrivere intellegibilmente perché a misura che diventi più celebre e chiarissima adoperi un tale carattere che soltanto i paleografi possono interpretare.