Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     XIII

     Mia Carissima Giannina
     Ho passato un autunno pessimo per malattie; ora mi sono alquanto rimesso.
     Ti credo a quest'ora in Bologna. Crederei opportuno che questo inverno lo passassi in cotesta città di Romagna come un clima più dolce di quello di Lombardia riserbandoti quest'ultima provincia italiana per la primavera ed està ventura.
     Quando ti saprò in Bologna ti scriverò più a lungo.
     Ho ricevuto il certificato di vita. Di questo recapito bisogna pagare la Direttrice. Fino a che tuo Padre non otterrà un impiego non credo opportuno che Gigina si movesse dall'istituto. S'attendono le commendatizie per Bianchini.
     Tutti gli amici ti salutano; io saluto i tuoi e ti riverisco.
     Napoli 9 novembre 58
     tutto aff.mo
     Paolo Tulelli

     XIV

     Mia carissima D. Giannina
     Ho ricevuto ieri la tua de' 9 corrente e mi son rallegrato in sentirti bene accetta e festeggiata ed acclamata da cotesti buoni Bolognesi Esimi. Voglio credere però che tu raccolga non solo applausi ma eziandio de' buoni quattrini. Ho ricevuto il mandato sopra Servillo ch'esigerò subito e ne farò qual'uso indicatomi nella tua.
     Della somma mandatami antecedentemente ed esatte dal ministero fino a novembre le quali ascendevano a Dt. 89:47 rimangono fino ad oggi Dt 19:47 che sono il fondo per le mesate future di tuo Padre. Settanta ducati e sette grani sonosi spesi per le mesate scorse di Gigina di tuo padre e per l'equipaggiamento e viaggio di Federigo.
     Non trascrivo ora partita per partita il conticino perché mi rincresco e non ho tempo; ma venendo Gigina dentro queste feste da me ne farò estrarre una copia per mandartela. Se io ti avessi vicina oserei di tirarti l'orecchio prima perché m'insinui di tenermi la spesa di posta secondo perché dici di non sapere di darmi incomodo o no incaricandomi de' tuoi affari qui. Siam da capo debbo dire che ancora non m'hai conosciuto; o mi vedi pari ad altri tuoi amici. Se poi volessi tu pel tuo meglio servirti di altri più acconti e più valenti di me oppure secondare la proposta di tuo padre che ne ha le sue ragioni fallo pure che io son contentissimo del tuo piacere e suo. Di questo ultimo e delle cose sue te ne ha scritto e te ne scriverà egli stesso. Solo ti dico che se s'è fatto qualche cosa finora tutto s'è fatto per le mie insinuazioni e quel che non s'è fatto non l'è stato se non perché egli non ha voluto far nulla. E' l'inerzia personificata è l'uomo che si contenta star giù perché non vuole inchinarsi a persona. E' il tipo mutatis mutandis della figlia ma passiamo oltre.