Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Di qui che debbo dirti? Gli amici tutti stanno bene; ma tu sai che pochissimi sono i veri amici. E poi io vivo da romito e segregato e tutto occupato ne' miei studi solitari e tranquilli non ostante che i miei interessi non camminano egualmente bene.
     Il medaglione in marmo mandato a tuo padre dal Castinelli secondo che io penso è di una rara perfezione. Io gli ho scritto in questo senso e l'ho ringraziato a nome di tutti i tuoi amici di Napoli e di quanti han casa la gentilezza e la cortesia usate specialmente ad onorare il merito e la virtù. Per dogana e regalie ho pagato Dt 2:40.
     Scrivimi sempre; e sempre cose buone e liete ed amami e comandami. Saluta la mamma e il fratello. I tuoi benissimo
     Di Napoli 18 [gennaio] del 59
     Il tuo aff.
     Paolo


     XVI

     Mia cara D. Giannina
     Ricevo la tua carissima de' 12 corrente dalla quale rilevo che tu non hai ricevuto l'ultima mia scritta poco dopo a quella scritta al povero Castinelli che tu mi dici esser passato a miglior vita. Ciò mi fa dolore e mi rende perplesso a scriverti.
     Dalle lettere che il Castinelli mi scriveva ho rilevato che doveva esser un'ottima pasta d'uomo; ma dietro quel che me ne scrivi vedo ch'era de' pochi che onorano questa bassa laguna della terra. Mi duole immensamente che tu hai perduto un sì ottimo amico e protettore.
     Non ho ricevuto finora la cambiale che mi dici dovermi far giungere da Firenze. Io mi trovava già da un pezzo avere anticipato del mio per soccorrere i bisogni di questi tuoi; dalla somma che mi perverrà mi permetterai che io me ne rivalga tanto più che dovendo passare a nuova casa per necessità e non per mio genio mi occorre di fare delle spese straordinarie.