Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Ti ringrazio eziandio della copia de' pochi versi da te improvvisati sopra amore e morte i quali mi son sembrati bellissimi e filosofissimi. Se tu non ti estimi filosofa di quella filosofia cattedratica e formale odii il vero; e tale io non ti estimo; ma v'ha una altra forma di filosofia profonda insieme e spontanea che non sà di scuola e di pedanteria e ch'è l'appannaggio delle anime elette e che deve costituire il fondo d'ogni opera d'arte e massima della vera filosofia. Tale forma di filosofia ideale e spontanea costituisce il fondo dell'anima tua e traluce in ogni tua composizione. Ma di ciò non t'inorgoglire ch'è tutto dono di Dio.
     E' superfluo il dirti che ricevei l'ultima cambiale di Dt 47:05 spedita da costà a questo neg.te di Lorenzo della quale somma unita con altri Dt 21:60 dalle pensioni del ministero e con altri Dt 8:00 di gratificazione del med.o ministero per Pasqua ho sodisfatto a tutte le tue obbligazioni designatemi verso la Direttrice a tutto maggio scorso e verso tuo Padre e suoi a tutto giugno corrente. Resta così saldato il mio conto d'introito e di esito fino a questo momento. Dovrei copiarti per esteso tutto il conto e ne riempirei un intero foglio di carta e ti confesso che ciò mi rincresce di fare. Per mia giustificazione l'ho fatto vedere e verificare da tuo Padre; se ciò non basta lo copierò e te lo manderò in appresso ad ogni tuo cenno.
     Vedi che mi son dilungato a scriverti e ho fatto sforzo veramente grande a ciò praticare. Io sono in tale condizione d'animo ed in tali condizioni esteriori da dovere usare uno stile più che laconico... Si fata sinant diverrò più esplicito e diffuso.