Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Approvo l'esserti denegata a richiamarti davvicino tuo Padre e Gigina. Questa oramai è una giovanetta ben fatta istruita ed educatissima; non dovrebbe star più nell'istituto. Potrebbe anzi aprirne uno cui presiedere. Non credereste buono che assieme al Padre ritornasse in Teramo ed aprirvi scuola? Con gli undici ducati delle tue pensioni con ciò che potrebbe guadagnarsi facendo da maestra con qualche procaccio che tuo Padre qui ozioso là potrebbe avere; io credo che si potrebbe acconciar la cosa almeno per ora e fino a che il tuo destino non t'abbia fissato stabilmente in una condizione onorata e pacifica. Pensaci e decidi.
     Scrivimi ma di sole cose che riguardano te ed i tuoi affari. Sii sempre ritenuta e casalinga; non t'immischiare di cose pubbliche avvicina sempre gli agenti del nostro Governo e dipendi da loro e fida nel Signore che ti protegga.
     Amami e comandami e Dio ti prosperi per cento anni.
     Napoli 29 dicembre 59
     Tutto aff.mo amico
     Paolo Tulelli


     XX

     Mia ottima e carissima amica
     Incomincio dal chiedere scusa se ho tardato a rispondere alla tua lettera; n'è stata causa l'essere venuto ieri dalla casa ove mi son trattenuto qualche giorno per respirare un poco di aria più pura e serena e mi spiace di non aver potuto trattenermici più lungamente.
     Ho goduto nell'apprendere il felice viaggio e l'ottimo stato di salute che godete tutti in cotesta beata risidenza. Possiate godervi lungamente prosperità e pace meglio di quel ch'io posso desiderarvi. Non mi meraviglio che costà siate stata applaudita visitata corteggiata ed amata; voi lo meritate né mi maraviglio de' sentimenti suscitatisi nel vostro cuore paragonando Napoli a Firenze rispetto a quel che vi si deve; il cuore umano va così fatto né giungeremo mai a scandagliarne le profondità per lunga che sia l'esperienza della vita.