Per la mia Prolusione mi trovo in guerra con questi clericali i quali mi vogliono eretico e scomunicato perché amo l'unità e l'indipendenza d'Italia
e perché attendo un gran Sacerdote che lungi dal contraddire vorrà un giorno benedire l'unità e l'indipendenza della Nazione. Vedi che farisei di nuovo conio
più feroci di quelli che crocifissero Cristo! Quelli almeno volevano la grandezza della loro patria; i nuovi
rinnegando Cristo
rinnegano ancora la loro nazione!
Ancora sono sotto alle conseguenze delle disgrazie di famiglia sofferte l'anno scorso... Io sono il martire de' miei. Il Signore mi dia forza e coraggio.
Scrivimi
cara la mia Giannina
spesso e a lungo delle tue cose e delle cose di costà. Oh! quanto desidero vederti in Toscana; se il diavolo non ci metterà la coda
spero di venire nel corso de' mesi estivi ed autunnali. Intanto mi ama e mi comanda. Saluto i tuoi; questi amici ti salutano
io ti dò un abbraccio fraterno.
3 marzo 1862 aff.mo dev.mo servo
P. E. Tulelli
XXIV
Mia carissima Giannina
La tua ultima lettera
senza data
giuntami ieri
mi ha sollevato lo spirito. Il lungo silenzio da te serbato e il non aver risposto alla mia lettera mi erano segno manifesto della gran perturbazione onde era oppresso l'animo tuo e quindi la tua salute. Credimi
cara Giannina
ho sofferto anch'io
ho sofferto e soffro pensando
e ci penso spessissimo
come tu in mezzo all'esterne riverenze
agli applausi ed alle generali testimonianze di onore e di considerazione che meritamente ti si rendono da per ogni dove
vivi deserta nel cuore e t'incontra spesso di provare i più amari disinganni della vita. Dipende questo dalla fortuna o dalla malevolenza degli uomini?... Arduo problema che io non saprei risolvere.
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