Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     XXVI

     Mia ottima e cara amica
     Fece male tuo Padre a scriverti cosa sopra gl'informi venuti di costì sul conto della Gigina. Egli fraintese le mie parole l'esagerò e venne a turbare la serenità dell'anima tua immaginosa ed irritabilissima. Non erano cattive informazioni né potevano essere ma sibbene tiepide espressioni che non efficacemente la raccomandavano alla considerazione del consiglio. Mi spiace che questa faccenda abbia potuto accrescerti la bile nella cistifellea quella bile sempre generosa ma non sempre cagionevole e ch'è la causa principale de' tuoi dolori. Quando per Dio sarai più riflessiva e più calma e meno pronta ad andare in visibilianza?
     Tuo Padre ti avrà scritto l'altro ieri avere già in mano la nomina ufficiale di Gigina ad istitutrice del terzo educandato e l'ufficio di maestra nella prima classe col soldo annuo di 500 lire. Vedi bene che son circa dieci ducati al mese e non già sei. Il Consiglio ha fatto eccezione per la Gigina e fin dal momento dà a lei più che alle altre di quell'istituto. Questo istituto non è così ben dotato finora come lo sono gli altri due educandati; lo sarà forse in appresso. In quanto al corredo letto e mobilio io non so precisamente qual che lo stabilimento dà alle maestre; posso assicurarti però che tua sorella non sarà mai considerata da meno delle altre anzi avrà di certo maggiori riguardi.