Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Non è giusto poi il tuo risentimento perché la Gigina Milli non ha una posizione attuale simile a quella delle venute di costà forse di minor merito: non si può far l'impossibile. Ora ne' due primi educandati non v'ha luogo; tutto è occupato. Ma sia certo che alla prima vacanza che si offrirà la Gigina sarà tramutata in miglior condizione. E questo lo dico io al quale io ora si dà da parecchi più peso di prima.
     Concludiamo: non c'ha luogo a titubanze: queste siano tutte di D. Titubò. Più presto ch'è possibile adunque manda la Gigina a Napoli perché s'insedii presto nel suo nuovo ufficio che io credo per lei una situazione onorevole e proficua.
     Ringrazia il Ministro Matteucci; ho veduto e letto io stesso parecchie sue lettere a questa Presidenza di Pubblica Istruzione nelle quali raccomandava caldamente la Gigina Milli. Pensa però pel posto di Antonio alla Biblioteca futura e fa che il Matteucci lo nomini fin da ora da sé a qualche ufficio subalterno di questo futuro stabilimento.
     Non mi devi ringraziare per le pratiche fatte e faciende da me in tuo servizio. E' il mio interesse che procaccio. La Gigina quì fermata Antonio quì richiamato e collocato serviranno di forza magnetica ad attrarvi quella Giannina senza la cui presenza e conversazione mi si è resa grave e noiosa la vita.
     Addio mia buona amica. Amami comandami e scrivimi spesso. Ti salutano questa D. Raffaella Paladini Florio Arabia che mi dice averti scritto il Cav. de Donato e D Quintino. Saluto Gigina per poi abb.re qui presto ed Antonio e la Maestà della Regina.
     28 giugno 62
     aff.mo amico vero
     Paolo Emilio Tulelli

     D.S. Perché sò di farti piacere ti dò avviso essere stato io già nominato socio ordinario di questa Società Reale di Napoli nella classe delle Scienze morali e politiche.