Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     I miei fratelli non figurano nell'intestazione di detta pensione né potevano figurarvi essendo da più di venti anni divisi legalmente e facienti casa a parte con moglie e figli ed interessi separati; ed io vi figuro solo come rappresentante delle misere donne e perché la pensione essendo stata accordata dalla Commissione dell'ex Dicastero di Grazia e Giustizia e degli affari ecclesiastici si credé da questo inscriverci il mio nome qual Prete benché io non avessi chiesto per me ma per mia madre e sorelle.
     Io ho reclamato giorni sono a cotesto Ministero dell'Interno rettificando i fatti e pregando che la pensione rimanesse conservata e quindi intestata esclusivamente a mia madre Sig.ra Anna Gallelli e ad alle due mie sorelle nubili Rosa e Vincenza Tulelli.
     Sarebbe doloroso che quelle infelici e massime mia madre vecchia di 84 anni fossero private di questo misero sussidio dopo che perderono tutto col sacco e con l'incendio della casa. Potessi almeno con i miei mezzi sopperire a tutt'i loro bisogni! Non oserei certo di pregare il Governo e di sucare la gente. Laonde se tu potessi anche con lettera interessare il ministro Penezzi a vantaggio di quelle infelici io ti sarei eternamente obbligato.
     Gigina sta bene e domenica scorsa l'ebbi in casa mia per mezza giornata. Le darò la notizia de' libri necessari per perfezionarsi nella storia e geografia.
     Ho già incominciato a mettere di suo conto Lire venti nella Cassa di risparmio. Si troverà un peculio per l'avvenire.
     Scrivimi spesso e dammi buone nuove di te e de' tuoi e ti possa io tosto rivedere! Saluto i tuoi e credimi
     25 aprile 1863
     tuo d.mo amico e servo
     Paolo Emilio Tulelli