XXXIII
Mia carissima D. Giannina
La tua carissima de' 9 corrente l'ho trovata in casa dopo il mio ritorno da Aversa
ove sono stato qualche giorno per riposare lo spirito dalle occupazioni mentali e il corpo dalle sofferenze che da un pezzo lo travagliano. Essa m'ha sollevato davvero
perché
se come tu dici
io sono il tuo solo immutabile e vero amico di Napoli
tu per me sei l'unica vera e santa amica ch'io mi abbia nel mondo. Le tue parole adunque sono state un balsamo pel mio cuore travagliato e mi hanno fatto piangere di dolcezza. Sii benedetta! che tu mi sei un angelo consolatore. Vero si è che la tua lontananza sempre più mi pesa e quindi sempre più desidero di rivederti e di averti vicina.
E come so
se il felice risorgimento della patria per quanto ha servito a stringere gl'italiani nel vincolo dell'unità politica
altrettanto ha disciolto i legami domestici tra gli amici? In questo rimescolamento d'uomini e di cose ognuno segue la sua via
si sono scomposte le antiche delazioni fondate soprattutto nelle identiche aspirazioni e cementate da' pericoli e dalle sventure; ed ora che s'è visto il gran giorno del riscatto
ognuno chi di qua chi di là ha trovato o cerca di trovare una nuova posizione; per cui si abbandonano le antiche amicizie e si ricercano le nuove non per elezione di cuore ma per calcolo d'interessi... Come vedi è questa la ragione che spiega il doloroso fenomeno dell'isolamento in cui ci troviamo; e se tu ti lagni che qui non hai veri amici
io debbo dirti ch'io sono diserto e vivo solo nel mio pensiero e nella calma solitudine della mia casa. Ma lasciamo questi tristi argomenti.
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