Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Mi sono addolorato sentendo lo stato anomalo in cui trovasi il tuo spirito e gli effetti che ne derivano per la tua salute. Io l'intendo e mi do ragione del fatto. Voglio sperare che la residenza di Genova e l'aere più viva di cotesti monti e la vasta veduta del mare ti rinfranchino gli spiriti e ti sollevino il cuore.
     Di me che vuoi che ti dica? L'arco troppo teso della mia vita sta per rompersi. La mia salute è maleandata e sono stato ridotto ad interrompere ogni studio mentale. Agli altri malanni s'è aggiunto il mal di cuore che i medici attribuiscono alla gotta vagante; la quale irritando i nervi della regione cardiaca mi producono i più strani fenomeni nella circolazione del sangue e palpiti e sussulti ed intermittenza ne' battiti del cuore. La cura che ho fatto finora m'ha portato qualche giovamento e mi si fa sperare che i bagni dolci l'acqua media di Castellamare e più il riposo e l'aere di campagna possano guarirmi. Vedremo. Se questi rimedi non faranno nulla durante il corso del venturo luglio lascerò Napoli e ti raggiungerò a Genova od altrove.
     Mio fratello giudice ebbe il tramutamento dalla quarta alla terza classe. E' un punto guadagnato. Ne ho fatto ringraziare il Ministro Pisanelli. Per la pensione di mia madre e sorelle mi si scrive da Torino che nel Ministero dell'Interno dopo i miei ricorsi s'è disposto che resti la pensione defalcata della quarta parte e intestata alle sole donne. Intanto nissuna disposizione è quì giunta perché la pensione venisse pagata negli arretrati e nel corso venturo. Aspettiamo.