Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Nelle poesie nuove per me e che leggo ne' due volumi osservo un progresso sì nella forma che nel contenuto massime in alcune che sarebbe lungo denotare. Sì prosegui o nobile poetessa il tuo cammino il quale se pel tuo animo sarà pireno di spine e di disinganni renderà più splendido il tuo nome e più onorato il paese che ti dié alla luce!
     L'ozio assoluto in che ora giaccio i bagni dolci quotidiani le acque minerali ad uso interno mi hanno alquanto sollevato in salute. La malattia però non è cessata dell'intutto e dopo questi caldi dovrò prendere la campagna che mi si promette come l'ultima ancora di salute. Continuo a coltivare il pensiero di venire a raggiungerti per qualche tempo se impedimenti estranei al volere non mel vietano.
     Scrivimi a lungo e versa il tuo animo nel mio che forse è l'unico che ti comprende. Io vivo qui perfettamente isolato e chiuso nel solo pensiero. Pur mi conforta assai sapendo ch'io vivo ancora nel tuo pensiero e nel tuo castissimo affetto; ed è questa l'unica l'unica gioia morale della mia vita.
     Saluto la mamma e il fratello il quale vorrà al certo trar profitto d'istruzione e di gentilezza dalla tua conversazione.
     Addio mia buona ed unica amica. Credimi sempre per tuo immutabile e devotissimo amico e servo.
     25 luglio 1863 Paolo Tulelli


     XXXV

     Carissima Giannina
     Non ho voluto con una mia lettera sturbare le gioie ineffabili che hai dovuto godere per le accoglienze singolarmente nobili ed affettuose che i tuoi concittadini ti han fatte vedendoti dopo tanti anni rientrare nella tua patria (47). Leggendone la descrizione nel Supplemento del Foglio Apruzzese e sapendone altri particolari dalla bocca di tuo Padre ho avuto tale commozione che le lacrime mi sgorgavano spontanee dagli occhi. Mi penso che quanto i tuoi concittadini ti han dimostrato di onore e di affettuosa stima sia riuscito al tuo cuore più gradito e caro di quello che altre più nobili e cospicue città ti hanno fatto mai. Esempio raro e singolare il quale mostra che anche la massima del nemo propheta est in patria sua ha pure la sua eccezione. Perciò è che io ora sento più amore e stima per la tua Teramo e vorrò considerarla quind'innanzi per una delle più gentili città d'Italia come al certo dovrà tenersi per una delle più gloriose e fortunate a causa di avere dato la vita alla Giannina Milli.

(47) Nel settembre del 1863 Giannina Milli accolta solennemente dai suoi concittadini ritornò a Teramo dopo ben 14 anni. Nel mese di ottobre la poetessa vi tenne un'accademia. Riparti il 3 novembre per non farvi più ritorno.