Non dirò nulla in questa di quanto dovrei dirti intorno a quanto mi scrivevi nell'ultima tua da Genova
perché non voglio toccare argomenti che discadino dallo stato attuale dell'animo mio e della tua lieta dimora in Teramo. Lo farò in seguito. Bastami dirti che il deposito lasciatomi in sull'ultimo tuo partire di quì è gelosamente da me custodito e serbato ad ogni tuo ordine...
Scrivimi
mia cara Giannina
e dimmi tu qualche cosa delle impressioni avute in cotesto trionfale ricevimento de' tuoi benamati Teramani. Sarà una nuova pagina che io aggiungerò ne' miei studi psicologici dell'animo umano.
E salutando tua madre la più benedetta della madri contemporanee
e i fratelli
pregoti di avermi per
Il tuo amico devotissimo
Paolo Emilio Tulelli
29 settembre 1863
Alla Chiarissima
Sig.ra Giannina Milli
Teramo
XXXVI
Mia carissima Giannina
Se non v'ho scritto finora attribuitelo a quella sorta di maledetta inerzia che a volte mi s'insinua nell'anima e nel corpo e che mi toglie financo il pensare non che lo scrivere. E se fossi domandato della causa di questo fenomeno morale non saprei rispondere. Forse dipenderà da latente stato anormale dell'organismo aiutato pure dall'animo poco contento di sé e non satisfatto delle cose che lo circondano. Per uscire da questa apatia si richiede una scossa forte o fisica o morale. E questa scossa m'è sopravvenuta; monna podagra dopo due anni di assenza s'è degnata visitarmi
sicché ho risentito la vita e mi si è risvegliato l'affetto e il sentimento... dell'amicizia.
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