Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Non dirò nulla in questa di quanto dovrei dirti intorno a quanto mi scrivevi nell'ultima tua da Genova perché non voglio toccare argomenti che discadino dallo stato attuale dell'animo mio e della tua lieta dimora in Teramo. Lo farò in seguito. Bastami dirti che il deposito lasciatomi in sull'ultimo tuo partire di quì è gelosamente da me custodito e serbato ad ogni tuo ordine...
     Scrivimi mia cara Giannina e dimmi tu qualche cosa delle impressioni avute in cotesto trionfale ricevimento de' tuoi benamati Teramani. Sarà una nuova pagina che io aggiungerò ne' miei studi psicologici dell'animo umano.
     E salutando tua madre la più benedetta della madri contemporanee e i fratelli pregoti di avermi per
     Il tuo amico devotissimo
     Paolo Emilio Tulelli
     29 settembre 1863

     Alla Chiarissima
     Sig.ra Giannina Milli
     Teramo


     XXXVI

     Mia carissima Giannina
     Se non v'ho scritto finora attribuitelo a quella sorta di maledetta inerzia che a volte mi s'insinua nell'anima e nel corpo e che mi toglie financo il pensare non che lo scrivere. E se fossi domandato della causa di questo fenomeno morale non saprei rispondere. Forse dipenderà da latente stato anormale dell'organismo aiutato pure dall'animo poco contento di sé e non satisfatto delle cose che lo circondano. Per uscire da questa apatia si richiede una scossa forte o fisica o morale. E questa scossa m'è sopravvenuta; monna podagra dopo due anni di assenza s'è degnata visitarmi sicché ho risentito la vita e mi si è risvegliato l'affetto e il sentimento... dell'amicizia.