Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     La Gigina mi fa sapere esservi pervenuta la nuova del mio cavalierato de SS. Maurizio e Lazzaro e la vostra meraviglia per non avervela io primamente comunicata. Ma se io per la ragione anzidetta non v'ho scritto da più mesi? Quest'onore che m'ha impartito il Governo Italiano credimi mi ha lusingato assai; e benché io per indole non sia tanto corrivo per gli onori e per le distinzioni sociali pure la considerazione che quest'onore mi viene per quel poco che io ho potuto fare e patire per la Santa causa d'Italia mi porge una tale satisfazione che sarebbe una ipocrisia il negarla. Eccomi dunque cavaliere chi mi potrà quindi impedire da ogg'innanzi chiamarmi vostro Cavaliere?
     Nel corso di questa mia podagrica malattia ho visto parecchi miei amici e vostri e tutti vi salutano affettuosamente massime Florio Paladini Ab. de Donato e Guanciali.
     Tante cose alla mamma ed al fratello; e voi scrivetemi spesso ed a lungo e credetemi
     Di Napoli 9 maggio 1864
     Tutto vostro
     Paolo Emilio Tulelli

     Alla Chiarissima
     Sig.ra Giannina Milli
     Firenze


     XXXVII

     Mia Carissima Giannina
     Meno male che avete compreso la mia indole inerte e pigra per cui non attribuite ad altro se di rado vi scrivo! Ma alla mia naturale pigrizia si sono aggiunte tante altre cagioni le quali mi hanno tolto il capo e la quiete e sono le angustie che mi producono i miei cari parenti. E' inutile il raccontarvele ed affligervi.
     Siamo alla vigilia del vostro onomastico; ricevete adunque i miei buoni auguri e felicitazioni. Sapete quanto vi stimi e vi ami e quindi potrete immaginare quel bene che vi posso io desiderare...