Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Ho incuorato la Gigina per apparecchiarsi all'esame di passaggio alla classe superiore di maestra e si sta già apparecchiando; ma siccome questo apparecchio porta studi più lunghi e trepidazione di riuscita così la poverina è un po' affaticata. Ma pure riuscirà di certo. Oh quanto è buona e cara la Gigina! E' divenuta la degna sorella della Giannina.
     Ho goduto in sapere la presenza del Manzoni in Firenze e maggiormente in sapervi accolta in mezzo a quella riunione d'illustrissimi uomini con segni di alta stima ed ammirazione. Non è questa la più nobile ricompensa all'ingegno ed alla virtù?
     Tanti saluti alla mamma ed al fratello anche per parte di questa D. Raffaella la quale pure vi manda un milione di auguri. E voi credetemi
     vostro devotissimo amico
     Paolo Emilio Tulelli
     22 giugno 1864


     XXXVIII

     Mia carissima Giannina
     Vi do la consolante notizia che la Gigina si è perfettamente ristabilita da quella leggera indisposizione nata dal soverchio studio dopoché per un mese è stata dispensata dal far lezione. Forse l'esame di passaggio alla classe superiore di maestra si farà non così presto a richiesta di lei e della compagna perché meglio si apparecchierebbe all'esame. Vedremo quel che si potrà fare.
     Mi à riuscito di trovare il corrispondente per il giornale nuovo che andrà a pubblicarsi in Ancona. E' il migliore corrispondente che si poteva desiderare perché istruito buono scrittore onesto e buon patriota non malvo né rompicollo. Questi è il mio amico Beniamino Marciano (50) professore di Filosofia nel Liceo-Ginnasiale di Maddaloni ma residente in Napoli Strada Santa Monaca n. 20. Egli accetta le condizioni proposte tranne la condizione delle assolute centocinquanta righe di ogni corrispondenza; perché sarebbe assurdo ch'egli scrivendo numerasse le sillabe e le parole e tenesse in mano la stregua per misurare i righi della sua composizione.

(50) Beniamino Marciano sacerdote liberale che lasciò la tonaca e si diede alla lotta per il risorgimento italiano. Fu insegnante di filosofia ed assessore all'istruzione a Napoli. Sposò la patriota Antonietta De Pace.