Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Se Dorrucci non v'ha scritto da marzo ultimo io non ho sue lettere da circa due anni. So però ch'è tutto immerso negli affari dell'istruzione del suo comune ed ultimamente s'è mosso a capo del Governo della famosa abazia (spezie di Reclusorio generale degli Abruzzi) di Solmona. E' un'amico di meno se non in sostanza almeno nell'apparenza. E così si va restringendo di mano in mano la sfera delle mie poche relazioni!
     Scrivimi subito. Accogli i miei affettuosi saluti insieme con la mamma ed il fratello. E scrivimi dello stato di Firenze e della Toscana della quale si dicono tante cose non buone in fatto di reazione e di spirito pubblico per i giornali di tutta la penisola. Addio mia buona amica: ed ed abbiatemi per il
     vostro vero ed aff.mo amico
     Paolo Emilio Tulelli
     D.S. Saluto Vannucci

     21 settembre 1864


     XLI

     11 novembre 1864

     Mia carissima Giannina
     Nel ritorno da Cava ove mi portai per ritrovare la mia depauperata salute ho trovato la dolorosa notizia della tua caduta e della lussazione od altro del tuo polso diritto. Quanto me ne sia afflitto e addolorato è superfluo il dire e potrai immaginarlo sapendo a prova quanto io ti stimi e ti ami. Buon Dio! anche questo alla mia povera Giannina! Deve ella provare ogni sorta di dolore deve ella incontrare ogni sorta di sventure! E quando le sarà concesso di posare quieta e tranquilla la sua agitata esistenza? Ma basta che non so che dirmi e forse scapperebbero dalla punta della penna parole sconvenienti alla mia solita pacatezza filosofica ed alla tua squisita bontà d'animo. Io però mi attendo nuove più consolanti e quella soprattutto del tuo perfetto e normale e subito ristabilimento.