Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Come ti paiono le cose politiche nostre? Che cosa mi dici di cotesto parlamento scisso e diviso? [...] Tu che sei sopra luogo illuminami.
     Cara Giannina mi arresto che il capo mi dole. Addio; un milione di auguri pel nuovo anno e per cento altri e tanti saluti alla mamma ed al fratello al Villari ed al Vannucci. Una stretta di mano affettuosa e addio.

     21 dicembre 1865

     devotissimo amico vero
     Paolo


     L

     Carissima Giannina
     E' vero che non ho scritto da un secolo; ma ciò non significa obblivione o indifferenza ma si bene stato di animo afflitto ed annoiato come spesso mi accade in queste vicende di casi privati e pubblici. E poi dal novembre quasi a tutto marzo un continuo soffrire che mi ha reso pesante a me stesso. Ma non giova d'intrattenermi su tale argomento; mi basta assicurarti ch'io per te son sempre lo stesso; né per volger di tempo né per lontananza di luoghi s'è alterato in me o si possa alterare la stima e l'affetto che ti porto anzi si va di mano in mano accrescendo a misura ch'io mi avanzo nella età e vo sperimentando gli uomini e le cose.
     Ho goduto nell'apprendere la perfetta riuscita della tua accademia data costà in Modena e con infinito piacere ho letto e riletto i bellissimi canti che mi hai mandato. O quanto è magnificamente svolto il tema sul mare quanti delicati pensieri e profondi vi si ammirano. Bellissime son pure le ottave sul Muratori. Sii benedetta o mia carissima Giannina tu che in questi tempi non belli al certo dal lato morale e paetrio della vita fai sentire agli Italiani la voce onesta e generosa della virtù maschia e cittadina!