Scrivimi a lungo e di tutto
e considerami qual sono stato e sarò sempre l'immutabile tuo
10 aprile 1868
amico e servo
Paolo Emilio Tulelli
Chiarissima Giannina Milli
Firenze
LVIII
Mia carissima Giannina Milli
Eccovi acchiusa la petizione di mio fratello pel Ministro dell'Interno. Dalla medesima rileverete la condizione poco gradevole in cui egli si trova
e la necessità per lui di rientrare in ufficio. Nella dimanda nulla s'è esagerato
anzi appena s'è accennato quel che occorre a determinare il ministro a rendergli giustizia; ed io nulla aggiungo per infervorarvi a spiegare tutte le vostre forze e sollecitudini per riuscire nell'intento. Solo vi noto che bisogna far di tutto perché
richiamandosi egli nell'ufficio
fosse destinato nella Delegazione centrale di Catanzaro
ove potrà conciliare il servizio al governo co' suoi vitali interessi di famiglia. Io confido nella bontà ed amicizia che nutrite per me; e basta dirvi ch'è la prima volta che ricorro a vostri favori e che questo sarebbe il maggiore che voi potreste farmi. Avete potenti amicizie
adoperatele per rendermi meno infelice di quel che sono per causa de' miei.
Ho rilevato con immenso piacere il gentile pensiero del Ministro d'unire le tue stanze alla relazione del Nestore de' nostri letterati come dono da offrire per le nozze della futura regina d'Italia. Mi fareste un bene se me ne mandassi una copia. Approvo la riserva nell'invito che i Padovani v'han fatto per l'accademia in occasione delle prossime feste civili; le muse devono sopravolare agl'interessi passeggeri del tempo; benché forse sia raro il caso
come questo
in cui l'indipendenza dell'animo possa bene conciliarsi con la devozione dovuta al merito della persona.
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