Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Io benché in piedi pure da un pezzo soffro fenomeni non leggieri di mal'essere alla salute. Forse son da attribuirsi alla stagione variabilissima. Godo in sentire l'ottima salute che godete insieme con tutti di famiglia alla quale raccomandate la mia memoria e porgete i miei saluti.
     Addio mia buona Giannina scrivetemi spesso e non abbiate a male se qualche fiata vinto da' miei malanni trascuro di scrivervi. Io v'ho sempre presente nella mente e nell'affetto come l'unica e la suprema amica che m'abbia al mondo. Vi stringo la mano caldamente e mi ripeto
     Napoli 20 aprile 1868
     vostro devotissimo amico vero
     Paolo Emilio Tulelli


     LIX

     Mia carissima Giannina
     Ti ringrazio assai della copia delle ottave bellissime per le nozze de' RR. Principi. Bella forma come al solito dignità di pensieri alieni da ogni adulazione e sensi altissimi di vero patriottismo. Sarebbe peccato se rimanessero inediti!
     Ti ringrazio poi di quanto ài fatto per mio fratello; ma non devi desistere né arrestarti alle difficoltà da me stesso prevedute. Bisogna smentire le accuse d'inabilità e di sinistrismo che le son calunnie credi a me che non mi lascio illudere dall'amor di sangue che mi lega a mio fratello. Dei sapere che un tale ch'io non nomino andato mio fratello Delegato in Catanzaro temendo d'esser sostituito dal nuovo venuto nell'animo del Prefetto indusse nella mente di questo che il Delegato Tulelli era inabile e troppo spinto. Così per più mesi mio fratello fu adoperato quasi per niente dal Prefetto; ma avvenne che quel tale venne traslocato e così fu necessità che il Prefetto vedesse ed adoperasse il Tulelli negli affari di Gabinetto e nelle faccende più delicate dell'ufficio.