Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Si fu allora che il Prefetto s'avvide dell'inganno in cui era caduto per le insinuazioni di quell'infido impiegato e dicesse a mio fratello queste parole che fin da un'anno fa mio fratello mi trascrisse: «M'avvedo d'essere stato ingannato sul tuo conto; mi s'era fatto credere ch'eri inabile nell'ufficio ma vedo che ne sai più degli altri e mi avvedo della saggezza delle tue opinioni». Da quel momento mio fratello ebbe le grazie e la confidenza intera del Prefetto tanto che nel dicembre ultimo l'avea raccomandato al Ministro per una promozione di classe e quando giunse la disposizione della disponibilità fece di tutto perché fosse revocata. Ecco la vera storia dalla quale argomento che le note d'inabilità e di sensi troppo spinti furono l'effetto delle prime insinuazioni calunniose e le pratiche posteriori del Prefetto per l'ammissione nuova in ufficio lo furono per la verità.
     Mia cara Giannina credimi che mio fratello non è letterato né filosofo ma di cognizioni legali ed amministrative n'è maestro a' tutti i delegati di P.S. Se si perdessero tutte le leggi ed i regolamenti d'amministrazione e di pubblica sicurezza egli potrebbe dettarle da capo tanto le sa nella memoria. Basta. Cerca adunque di far conoscere questi particolari alla persona od alle persone influenti che hai adoperate o adopererai acciò potessero parlare con cognizione di causa. Insisti adunque argue observa increpa omni patientia et doctrina (64): e riuscirai. Sappi che ci va dell'onore non solo ma della sicurezza della vita di mio fratello.

(64) E' l'esortazione che l’apostolo Paolo dava al discepolo Timoteo: «Praedica verbum insta opportune importune; argue obsecra increpa in omni atientia et doctrina» (II Tim IV 2). Si traduce come: "Predica la parola divina insisti a tempo e controtempo riprendi supplica esorta con ogni pazienza e dottrina".