Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


Pagina 74 di 109       

%




     LXIV (68)

     20 giugno 69

     Carissima Giannina
     Ho avuto notizie bellissime della tua salute e della famiglia e ne sono lietissimo. Ed ora che si approssima il tuo onomastico ti mando mille auguri e mille felicitazioni.
     Io sono tuttavia convalescente da una lunga e penosa malattia di gotta e se non fosse per finire il corso delle lezioni universitarie avrei dovuto per ristorarmi alquanto andare in campagna. Spero di farlo nel prossimo luglio.
     Scrivimi a lungo delle cose tue; non toccare delle cose politiche che oramai è doloroso pur di toccarle...
     Amami e credimi tuo
     dev.mo aff.mo
     Paolo Emilio Tulelli


     LXV

     Cara Giannina
     E' vero che da un pezzo non vi ho scritto; ma vi ho avuto sempre presente. E poi come dimenticarvi durante il lungo vocio che s'è fatto in Italia del dramma eroi-comico avvenuto in via dell'Amorino e di S. Antonino ed adiacenze? (69) L'avvenimento era degno che una potente fantasia poetica l'avesse tramandato a' posteri. Povera la Giannina testimone d'una novella Batriacomachia! (70) Come poteva io con le mie lettere turbare la serenità della vostra musa? Basta non dico altro. Il vostro silenzio serbato così lungamente con me mi dà diritto a queste mie osservazioni.
     Avea presentito la vostra venuta a questi luoghi. Carlo de Ferraris ne ha avuto partecipazione dal Prefetto di Caserta e me ne avea scritto con l'incarico d'offrirvi in suo nome un'alloggio convenevole in Aversa ove sono varii educandati femminili. Ma io non ci credeva; ora lo credo possibile e v'attendo con ansia. Oh quante cose dovremo discorrere! Datemene prevenzione.

(68) Contiene lettera a Gigina Milli: «Gigiolina carissima. Domani è il tuo onomastico e ti mando i miei auguri. Salute perfetta quattrini assai e pace di cuore. Salutami la mamma e il Babbo e il fratello. E prega per me. Una stretta di mano. aff. mo amico Paolo».

(69) Si tratta del riferimento ad un curioso fatto che vide coinvolto il 24 agosto 1869 il deputato Cristiano Lobbia ex generale garibaldino il quale trovatosi a transitare a Firenze in via dell'Amorino fu oggetto di sguardi ritenuti equivoci o minacciosi da un giovane ex-frate omosessuale Giovanni Lai il quale venne fatto arrestare dal deputato per minacce. Ne seguì un processo celebrato qualche giorno dopo nel quale l'ex frate venne assolto. L'episodio destò molto rumore sulla stampa e si ritenne che la situazione fosse stata appositamente creata dagli avversari politici del Lobbia con lo scopo di distruggerne l'onorabilità.

(70) Più precisamente Batracomiomachia un poemetto greco parodia dell'epica eroica dove si narra una guerra combattuta tra topi e rane.