Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     La buona Pasqua e mille altre con la mamma ed il Babbo e la [...]; a te ed all'ultima un bacio in sulla fronte poetica e dotta ed una profonda riverenza alla Maestà degli altri due. Napoli 30 marzo 1872
     sempre aff.mo amico
     Paolo Emilio Tulelli


     LXXII

     Mia cara Giannina
     La solita malattia d'inerzia e di noia m'ha trattenuto a scrivere. Che vuoi? devi amar l'animo mio co' suoi difetti.
     Ho ricevuto tue notizie da Paladini e da Mazzia e so che stai bene co' tuoi ed è il massimo che si può avere su questa terra di disinganni e di fastidi. Io posso dire di non star bene né di star male in salute ma questo stato medio è noiosissimo e mi rende pesante a me medesimo. Benché non mancassero a farmi sentire la vita i consueti tormenti che mi vengono da' miei i quali alle volte mi fan desiderare la quiete del sepolcro!
     Si avvicina il tuo onomastico e non volendo che io fossi vinto dall'inerzia t'anticipo fin dal momento i miei auguri felici e la pace del cuore e la serenità della mente e la salute perfetta assieme col babbo e la mamma e tutt'i tuoi.
     Scrivimi di te e delle cose tue e delle cose di costà. Ed ama e comanda il tuo affezionatissimo
     2 giugno 72
     Amico e servo vero
     Paolo


     LXXIII (77)

     Carissima Giannina
     Finalmente vediamo i tuoi caratteri primi dopo il tuo Sangiovanni! Io e gli amici ne eravamo dolentissimi io soprattutto che sospettava in te uno spirito di vendetta per punirmi della mia solita inerzia a scrivere e forse un po' di freddezza nell'affezione tua verso di me! Sia benedetto Dio che la cosa è altrimenti. Tuttavia non lascia d'essere stata cosa nuova per te il lasciarmi senza tue notizie per più mesi e questi passata in pellegrinaggio per coteste province. Bada che alla fine della tua ispezione devi passare per Napoli altrimenti sarebbe per me un segno di cattivo augurio e per te una colpa imperdonabile.

(77) Preceduta da lettera di Angelo Mazzia: «Portici otto ott. 72. Egregia Signora Giannina finalmente dopo tre mesi e più mi è riuscito sapere ove poter dirigervi una lettera. Né da voi Nè da vostro signor Padre e neppure dalla Signora Gigina D. Paolo Russo Barnabei ed io ed anche il prof. [...] abbiamo potuto raccogliere vostre nuove. Che? Avreste voluto proprio abbandonarci? Ma che vi abbiamo fatto? Io ho potuto forse fastidiarvi mio malgrado ma D. Paolo e gli altri comuni amici! Io non voglio dirvi quanta ragione avete ed ho amore di sperare nella vostra cortesia e benevolenza. Lascio questa mia generosa all'incomparabile nostro comune amico D. Paolo. Solo spetta a me dirvi che non perché sia eccellente [...] abbia potuto deludervi per un pezzo debba mancare a me il coraggio di farmi avanti ed a voi quello di stendermi cortesemente la mano nei passi difficili. Voi ottimista per indole e per educazione non vorrete [...] imporre da un insuccesso forse però da me suscitato. Né io l'anco il volessi potrei abbandonarmi all'apatia finché m'avanza un residuo di vita. Me la impone questa cosa [...] cui tutto debbo e per cui ora non mi viene ancora lo sgomento! Datemi nuovi argomenti di gratitudine e credete pure che questo povero cuore si è capace di molto e non [...] della gratitudine. Angelina che distintamente vi saluta e con me vi prega di salutarle la vostra Mamma sta bene ed anche [...] Io sto meglio di quello che non potrei per le fatiche e l'emozioni passate e presenti. Vi stringo la mano pregandovi a credermi sempre devot.mo affez.mo vostro Angelo Mazzia».