Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     La Gigina ha risposto alla lettera da te respintale e mi godo l'animo in sentirla pienamente contenta del nuovo stato e floridissima in salute. Dio la benedica.
     Mazzia in questa lettera e più nell'altra andante ti metterà al caso di appoggiare la sua difficile posizione. Sarebbe offenderti se volessi spendere parole e ragioni per interessarti di lui tu che l'ami e lo stimi tanto. Ad ogni modo [...] presso il nuovo ministro di P.I. e per lui spiegassi tutti quegli espedienti che l'amicizia vera e il tuo cuore affezionatissimo per gli artisti sventurati ma di merito [...] t'ispireranno per riuscire allo intento. Egli ti dirà il resto della posizione ed io non aggiungo altro per non portare acqua al mare e nottole ad Atene (78).
     Mi rallegro a sentirti bene in salute non ostante le fatiche dell'ispezione e il caldo africano della stagione straordinaria. Spero che la mamma sia ora rimessa dalla indisposizione sofferta.
     Io ora mediocremente.
     Bada a non lasciarmi senza notizie; almeno scrivimi quando lasciando una residenza andrai in altra città a risiedere. Così sapremo di te e dove dirigerti le lettere.
     Ripeto che tutti desideriamo rivederti; vieni dunque al ritorno delle tue ispezioni in questa Napoli anche per un giorno e di qui riparterai per la più fortunata Firenze.
     Addio mia buona e carissima Giannina; pensa a stare bene e non dimenticare mai il tuo antico amico e servitore.
     Napoli 8 ottobre 1872 Paolo Emilio Tulelli

     D.S. M'ero dimenticato dirti qualche cosa dell'eccellenza vera del quadro (Dante) fatto dal nostro amico. Io ed altri miei amici e quanti di queto spirito l'abbiamo trovato ammirabile massime per l'idea nuova che rappresenta idea che il volgo degli spettatori forse poco può intendere e che forse avrà contribuito ne' più a non stimarlo quanto vale. Solita sorte delle cose ottime! Paolo

(78) Fare una cosa inutile.