Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Saluto Pouchain e famiglia. Dirò a Mazzia quanto mi dici sul fatto suo; ma tu non dimenticarlo.
     Ora che tu sei più vicina si accrescerà la probabilità di vederci più spesso ed in me la possibilità di veder Roma più presto.
     Coraggio mia buona Giannina farai del bene assai a coteste fanciulle romane con la voce e con l'esempio: e per te sarà di certo una grande sodisfazione quelle di cooperare a far ripopolare Roma di quella schietta gentile e insieme virile di donne dalle quali nascevano quegli uomini che conquistarono e dominarono il mondo.
     Saluto la Mamma la quale credo e spero migliorata in salute. E ora richiamerai costà il Babbo e le cose tue da Firenze? Dimmene qualche cosa. E ti saluto con la mamma anche per parte di questa mia vecchia Perpetua la quale sapendoti in Roma vuole che le mandassi un crocifisso da tenerlo in mano nelle ore estreme (son sue parole) dell'agonia. Povera e buona vecchia! Credimi
     il tuo devotissimi amico
     Paolo
     Napoli 26 ottobre 1872


     LXXV

     Mia carissima Giannina
     Hai voluto vendicarti con me e seguire il mio non imitabile esempio! Voglio dire che per quasi un anno mi hai scritto due volte; ed ora soprattutto che sei in Roma in una nuova posizione ed in un nuovo ambiente serbi il silenzio e non mi fai sapere delle tue cose nulla. Ti par giusto questa tua condotta? Non credi che possa interessar molto a' tuoi amici e più all'amico che tu spesso hai chiamato il tuo più antico ed immutabile amico sapere come ti trovi nella nuova tua condizione e nel nuovo ufficio? Ebbene sappi che ciò mi mortifica e mi addolora.