Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     D.a Raffaella ora s'è quasi rimessa; io invece soffro alquanto della podagra che se non m'ha confinato in letto mi fa camminare zoppicando. Sia questo il solo male che ci possa incogliere in questa stagione di peste e di guai. Del resto faccia la Providenza di cui fa mestieri adorare i decreti. In questo stato di cose come pensare di muovermi e correre costà come desideravo e desidero tuttavia? Sarò teco col pensiero e con l'affetto e col leggere più spesso le tue lettere con le tue nuove.
     Se avessi potuto rivedere qui la Mamma reduce da Procida le avrei proposto un cambio da fare fra di noi; io le avrei mandato di qui un giornale di Napoli quale avesse voluto e lei mi avrebbe mandato di costà giornalmente uno dei giornali di Roma ch'ella compera e legge e se fosse possibile il Fanfulla. Se le piacesse questo scambio mi farebbe piacere e gliene sarei grato.
     Potendo uscire fra domani o posdimani farò che le lettere a te dirette e ferme in posta ti si mandassero costà.
     Vedendo gli amici farò le tue parti. Intanto pensa a star bene co' tuoi che saluto affettuosamente anche per parte di questa mia querula Perpetua e credimi per la vita
     26 settembre 73
     devotissimo amico vero
     P.E. Tulelli


     LXXVIII

     Mia carissima Giannina
     Ho tardato a rispondere perché indisposto. Ora sto meglio.
     La tua ultima lettera mi ha afflitto assai leggendo le tue angustie per la lunga e grave malattia di Babbo. Voglio augurarmi che passi meglio e stia per ristabilirsi interamente. Lo desidero per lui e per te che sei tanto sensitiva ed affezionata per i tuoi pe' quali non hai lasciato di fare de' sacrificii di ogni maniera. E' il caso mio che sono l'asino della mia famiglia!!.. Ma che farci? E' il destino di chi sortì da natura un cuore gentile. Dio vi aiuti e vi sostenga nella dura lotta della vita.