Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     E non per appagare la mia curiosità ma perché m'interesso molto delle cose tue più che se fossero mie ti prego di tenermi informata di tutto. E per questo oltre al piacere vivissimo di rivederti mi compiaccio che tu pensi a venire qui nelle prossime ferie scolastiche così avremo modo di scambiarci le nostre idee. Vieni dunque senza altro e prima che il novello legame ti tragga in una sfera ove non ti sarà dato che respirare quelle aure che spirano dal centro e non oltrepassano il circolo che lo chiudono.
     Cara Giannina vedi che a te sola ho manifestato altra volta un desiderio che ad altri non avrei aperto mai pel timore di essere stimato se non altro vanitoso. Ora avrei un simile desiderio e perché non riguarda direttamente la mia persona più nobile e disinteressato. Io mi ho un fratello carissimo che stimo ed amo come padre il quale ha preso il ritiro da Magistrato a causa della sua avanzata età di 70 anni. Col decreto di giubilazione ebbe il grado di Presidente di Tribunale Civile in riposo. Ora desidererei ch'egli avesse la onorificenza della Croce di Cavaliere della Corona d'Italia. Egli ha un figlio unico giovinetto a quindici anni promettente molto e che perciò ho richiamato presso di me per educarlo se mi riesce a modo mio...
     L'onorificenza del padre si riverserebbe sopra il figliuolo e questo sapendo che il padre abbia per merito conseguito l'onore di essere cavaliere della Corona d'Italia avrebbe per la nostra cara Italia oltre gli altri motivi anche questo per imparare di amarla e riverirla fino alla morte. Mio fratello avrebbe meritato che il governo l'avesse contradistinto da sé per che lui più di me stesso fin dalla sua giovinezza ha contribuito alla redenzione del nostro paese. Se lo sa il Senatore L. Settembrini che ne potrebbe informare occorrendo il ministro.