Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


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     Io desidero grandemente di rivederti; e spero potendo venire entro alle prossime feste del Natale. Ma se io non potrò venire potrai fare tu una scappatina col tuo Nando e farai così una ripatriata. E tu mia buona Giannina mi comandi e mi creda
     21 dicembre 77
     devotissimo affezionato amico
     Paolo Tulelli


     XCI

     Carissima Giannina
     Ricevo la tua lettera di ieri e rispondo subito.
     Il giorno dopo della tua visita compì l'uno e l'altro incarico e sono a tua disposizione.
     Cercherò servire l'ottimo tuo Nando prendendo le dovute informazioni. Io non lo conosco né saprei dirne niente in pro o contro.
     Mio nipote è in piena convalescenza; ma occorrono parecchi giorni per potere muoversi e lasciarmi libero. Vedi come il tuo amico è bersaglio di chi non so dire. Ma non mi manca l'animo e la pazienza de' forti.
     Appena potrò verrò a respirare nel seno dell'amicizia. Intanto mille cose alla Mamma ed all'ottimo Nando. Credimi
     Di Napoli 16 settembre 78
     tuo devotissimo amico
     Paolo Emilio Tulelli


     XCII (91)

     Cara Giannina
     Dalla dietro scritta rileverai le notizie ricevute sul conto di Lorenzo Rocco. Da altre persone ho avuto quasi consimili informazioni.
     Mio nipote è in convalescenza e forse la settimana entrante potrà cominciare ad uscir di casa e quindi partire e lasciarmi libero.
     Spero adunque a' principi del mese venturo poter venire a Caserta se qualche altro accidente non venga a sturbarmi.
     Ripeto d'avere in pronto ed a tua disposizione quanto m'incaricaste di eseguire. Dammi altri comandi e salutando lo sposo e la mamma credimi sempre.
     21 settembre 78
     tuo devotissimo amico
     Paolo Tulelli

     20 settembre 78

(91) Lettera seguita da parole di G. De Luca: «20 Sett. 78. Caro Paolo conosco da parecchi anni il Sr. Lorenzo Rocco e mi pare una buona persona; di bello ingegno di buoni studi letterari abbastanza serio e di gentili costumi. Mirabelli lo conosce anche più di me e me ne dice un gran bene. Addio. Il tuo aff. G. De Luca».