XCIII
Mia carissima Giannina
L'andata a Roma fu quasi improvvisa e il ritorno avvenne in un giorno così cattivo
che non mi permise di scendere a Caserta
come m'era proposto. Perdonami adunque l'involontaria colpa.
Mi gode l'animo in sentire l'ottima salute tua di mamma e di Nando. Io prego Dio che conceda a voi altri
che io considero come cosa mia
prosperi e lunghi anni e felicissimi.
Federico m'ha assistito ed accompagnato in Roma in tutte quasi le mie escursioni per quella eterna Città
che io ho riveduto con infinita mia sodisfazione. O quanto è buono e gentile quel caro giovane!
La mia salute fino all'altro ieri è stata invidiabile; ma m'è sopravvenuto ieri un forte raffreddore che mi farà passare il Natale in camera e senza assaggiare le vivande d'occasione. Spero liberarmene presto
e se i tempi si acconceranno verrò a farvi una visita.
Intanto ricevetevi i miei auguri [...] e credetemi
24 dicembre 78
d.mo amico servo
P.E. Tulelli
XCV (92)
Napoli 3 [gennaio] del 1881
Cara Giannina
Colgo l'occasione presente per far tenere alla maritata l'ombrello dimenticato.
Il latore è l'ex-cameriere del Liceo di Maddaloni
il quale vi darà a voce una preghiera pel provveditore cui
dopo la lettera del Grossi
non ho più coraggio di importunare. Ricorri a Maria per intercedere presso [...] ad usare misericordia per un misero peccatore.
In fretta vi saluto con la mamma e lo sposo e mi raffermo
devotissimo amico
Paolo Emilio Tulelli
(92)
Lettera su carta intestata della Società Reale di Napoli. Accademia di Scienze
Morali e Politiche. La precedente lettera numero 94 è indirizzata ad un
amico del Tulelli (su stessa carta intestata): «Napoli 29 dicembre 1880. Gentile
ed amatis. amico. Sono stato molto imprudente nello scrivere alla Giannina nella
stessa lettera mandatami dal prof. Grossi! E sono dolente d'essere stato causa di
dispiacere col rendere ostensiva una lettera confidenziale
nella quale spesso si
adoperano espressioni non misurate e che non debbonsi sempre interpretare a rigore. Ve ne chiedo scusa e vi prego a non prendere a male e dare un senso latissimo ad una parola sfugita ad un povero uomo nello stato di dolore
e che forse
non è che la ripetizione di quella che avrà intesa nella altrui bocca. Ad ogni
modo io vi ringrazio della gentile compiacenza a concedere al povero Grossi la
licenza indicata
e gli ho scritto che di persona egli vi presenti la dimanda e vi
dichiari la sua eterna gratitudine. Resta inteso di quanto mi scrive la buona Giannina. Non moltiplicando lettere
sappia ch'io mi ingegnerò per quanto posso d'ottenere gli autografi degli illustri uomini indicatimi
ma che io dubito di poterli
ottenere così presto come essa desidera. Salute e mille auguri a voi ed alla a me
carissima vostra famiglia. Mi ripeto devotissimo affettuosissimo amico e servo P.E. Tulelli».
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