Federico Adamoli
Paolo Emilio Tulelli. Lettere a Giannina Milli (1857-1883)


Pagina 107 di 109       

%


     Tuo Padre m'ha fatto leggere l'articolo d'un giornale di Siena sopra la tua accademia. Evviva la Poetessa d'Italia. Un tuo canto posò sopra la mia memoria.
     Con questo stesso ordinario riceverai la mia Prolusione leggila e dammene il tuo schietto parere. Ne ho mandato altri a Vannucci a Villari a Silvestro Centofanti dirigendola a quest'ultimo in Firenze credendolo costà di residenza. Se Vannucci volesse dirne liberamente qualcosa nella sua rivista mi sarebbe gratissimo.
     Scrivimi a lungo per quanto io ti parrò brevissimo; ma ho l'animo turbato e il corpo stanco. Ma viva e sempre fresca sarà per te la mia amicizia. Ti saluto caramente e saluto la mamma e il fratello; a la Gigina un bacio in fronte.
     Di Napoli 24 gennaio [1859?]
     devotissimo amico vero
     Paolo Emilio Tulelli


     CII

     Mia cara Giannina
     La notizia datami ieri del giovine segretario di cotesto provveditorato m'ha disturbato in modo che stanotte ci ho farneticato sopra. E' veramente singolare anzi strano che il Ministero Cairoli-De Sanctis abbiano volute ricompensare in questo modo le fatiche durate da tuo marito per rialzare l'istruzione popolare di cotesta provincia
     Attendo subito notizie più esatte su l'argomento e le speranze che s'hanno per la revoca dell'ordine stesso.
     Non ancora mi sono riavuto dalla malattia quatrimestre sofferta; a ciò contribuiscono i patemi morali che m'assediano tra gli altri la malattia mortale di questo mio nipote per cui sono in continui palpiti.
     Saluti mille al Provveditore ed alla mamma la quale al certo deve soffrire di molto per questa minacciata traslocazione.
     Scrivi subito e credimi.
     18 maggio [dopo 1876]
     devotissimo amico
     P.E. Tulelli