Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Un valente sismologo italiano, il Baratta, con un lavoro davvero straordinario di pazienza e di minuziosa ricerca ha stabilito la statistica dei terremoti avvenuti nell'Italia in epoca storica e di cui si hanno testimonianze attendibili; sono parecchie migliaia!
     Nell'Europa meridionale sono dolorosamente celebri per danni e vittime numerosi terremoti, come quello del 526 d. C. che causò 200.000 vittime sulla regione mediterranea; quello del 1654, disastroso in Abruzzo, con distruzione di Sora e di altre città; in quell'occasione a Montecassino le cronache riferiscono che l'abbazia tremò «come fosse stata una canna agitata da più venti»; quello del 1693 in Sicilia con 60 mila vittime; di Lisbona nel 1755 con 90 mila; del 1783 in Calabria e Sicilia con oltre 100.000 vittime e distruzione di Messina; della Focide nel 1870; del 1887 in Liguria; del 1894 e 1905 in Calabria: del 1908 con nuova distruzione (la terza!) di Messina e circa 80 mila vittime. L'ultimo, quello del 13 gennaio scorso, che ci aduna oggi in un pietoso, benefico intento, non è stato inferiore ai più rovinosi, poiché sembra che le vittime non siano meno di 30, mila, con città interamente distrutte, annientate: Avezzano. Celano, Sora, Pescina........ oltre 50 comuni!

     L'area sismica, cioè la porzione di superficie terrestre che risente gli effetti di una scossa di terremoto può essere variabilissima.
     Vi sono fenomeni affatto locali, con area sismica minima, come per il terremoto di Ischia, il quale, pur facendo tante vittime e tante rovine, non fu nemmeno avvertito dagli apparecchi di Napoli e del Vesuvio; e quello di Linththal nel cantone di Glaris che, nel 1879, pure avendo intensità tale da distruggere parecchie case, non fu avvertito a poche centinaia di metri di distanza. Sono però terremoti dovuti a cause speciali e sopra i quali dovremo ritornare in seguito.