Ordinariamente il movimento sismico si estende a grandi aree; così nel 1856 fu scossa tutta la regione mediterranea, dall'Asia Minore, alla Corsica ed alla Spagna; il terremoto dell'Andalusia nel 1884 ebbe un'area di circa 400.000 Km.; quello di Lisbona nel 1755 e dell'India nel 1892, di 3 milioni di Km.; nel 1827 tutte le località abitate furono distrutte su una estensione lineare di 1500 Km. delle coste americane del Pacifico.
Il terremoto che rovinò nel 1908 Messina e Reggio si estese ad un'area relativamente ristretta e non fu disastroso che per il fatto di essersi manifestato sopra i due lembi dello stretto, laddove appunto sorgevano le due disgraziate città; l'odierno terremoto dell'Abruzzo si estese ad un'area che si può calcolare di 50 mila km.
Il punto dell'interno della crosta terrestre da cui si inizia il movimento sismico, il cosidetto centro o Ipocentro, si è cercato di determinare partendo da principi vari, come ad esempio basandosi sulla direzione dei crepacci che si manifestano nel suolo e negli edifizi.
Esso è però sempre difficile da determinare con precisione; ad ogni modo non sembra mai trovarsi a profondità superiore a 30-40 km., eccezionalmente 60. Cosi nel terremoto della Liguria del 1887, esso dovette essere, in mare, alla profondità di 7-8 km.; di 18 km. in quello dell'Andalusia nel 1884; di 6-7 in quello della Focide, appena di 6 km. in quello di Messina del 1908. Eccezionalmente la profondità può essere molto minore, poiché, ad esempio, fu determinato che l'ipocentro del terremoto di Casamicciola nel 1883 non fosse che a 400 m. sotto la superficie del suolo.
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