I terremoti vulcanici, per quanto abbiano ordinariamente area ristretta possono, purtroppo! essere accompagnati da grandi rovine. Ho detto già a questo proposito come il terremoto di Ischia del 1883, rovinando parecchi comuni, fra cui Casamicciola, non fu, si può dire, avvertito fuori dell'isola.
Alcuni però dì tali terremoti furono già veramente eccezionali! Nel 1833, nell'arcipelago della Sonda, il ridestarsi dell'attività vulcanica del Krakatoa in riposo dal 1680, sì manifestò con un'esplosione tale da sconquassare e far sprofondare buona parie dell'isola, con oltre 40 mila vittime umane.
Il cataclisma fu accompagnato da un maremoto con onde di 35 m. di altezza, le quali penetrarono per vari km. sulle terre circostanti, portando ovunque rovine e morti; si narra di un piroscafo che navigava ad una certa distanza e che fu proiettato a 3 km. entro terra, venendo a cadere in mezzo ad un bosco! J
Il rumore dell'esplosione fu udito alla distanza dì 5 mila km. e l'onda di traslazione si spinse fino all'America, con una velocità di 100 km. all'ora!
I terremoti vulcanici sono strettamente connessi ai fenomeni eruttivi, di cui rappresentano fatti precursori e concomitanti. In Italia sono quindi abbastanza frequenti nella regione vesuviana ed in quella etnea, ove in parecchi casi furono anche disastrosi, ultimo quello di Linara, l'8 maggio 1914.
I terremoti vulcanici accompagnano quella che si dice fase di esplosione, corrispondente cioè al momento in cui la lava accumulatasi nel camino, preme contro le pareti facendole fremere come quelle di una caldaia sotto pressione, riuscendo poi a fuoruscire, esplodendo, o dalla apertura terminale del cratere quando il monte vulcanico è poco elevato, così al Vesuvio, oppure squarciandone i franchi, come succede per lo più all'Etna.
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