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Al cominciare del 1784, fermata la terra, colmati i mali e rassegnati gli animi alle sventure, il pensiero si volse indietro a misurare con freddo calcolo i disastri patiti. Erano precipitati, in dieci mesi, duecento tra città e villaggi ed erano morti 80,000 persone: Alba Fucense: la Chiesa di S. Pietro (sec. IIIX)
E che vale che qualche volta il vortice travolga? Per un popolo forte, come quello d'Italia nostra, basta un'ora di raccoglimento, una pausa feconda, una vigilia di riposo. L'immane disastro ha spento per un giorno il sole, ha fatto tremare tutte le vene, ha curvato tutti i cuori. Domani il nostro desiderio sarà più acuto, saranno riattivate le fonti della vita, sarà più corruscante l'italico sole.
La convulsione tellurica che ha spento così tragicamente 30.000 vite umane, nella ubertosa Italia centrale, ha dato occasione di far pensare a molti che possa intralciare le decisioni del Governo nei rapporti con la conflagrazione internazionale. |