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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
architetto, insegnante, politico, Napoli (28-2-1877). [Inizio Voce]o di benefizii ricevuti: e fu in ogni tempo e in ogni suo atto integerrimo cittadino. Dedicatosi fin da giovane agli studi d'ingegneria ed architettura, esercitò la sua professione con zelo e perizia non comune. Sostenne inoltre degnamente cariche ed uffici civili. Fu prima del 1860 deputato provinciale delle opere pubbliche; dal 60 al 62 fu consigliere nel comune ove per alcuni mesi funzionò da sindaco, e fu ufficiale della guardia nazionale; fu poi membro della deputazione teatrale, architetto del municipio, delegato del governo nella valutazione dei beni demaniali; e insegnò nella Scuola tecnica disegno lineare, e nel R. Istituto geometria pratica e disegno di costruzioni; sempre esatto ne' suoi obblighi, sempre equo ed affabile con tutti. Ma ciò che è più degno di ricordanza si è come, e in questi uffizi e nel lungo e delicatissimo esercizio della sua professione, non solo ebbe lode, ma quello che è più (notevolissimo in questi tempi) ne uscì sempre con le mani nette e con fama illibata. Come architetto rimangono di lui parecchi belli edifizi: in questa città i palagi de' signori Macozzi, Pirocchi e Rossi, l'Istituto tecnico e il convento dei Cappuccini, che si vien riducendo ad edifizio di pubblica istruzione. Né solo fra noi, ma anche fuori sono stati eretti palagi e casini con i suoi disegni. E forse ciò non è il meglio ch'egli ha lasciato; essendo risaputo che esistono nel suo studio particolare, pregevolissimi disegni, tra quali sono quelli secondo cui dovrebbero essere decorati ed abbelliti i luoghi principali di questa città. Ricorderò io ora quanto egli abbia bene meritato nell'insegnamento che dette nelle nostre scuole? Ciò sanno appieno i suoi giovani alunni, i quali l'ebbero carissimo, perché fu con loro, più che maestro, padre ed amico; ed egualmente caro
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