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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, ispettore di P.S., Teramo (5-9-1888). [Inizio Voce]non valse a farsi che si cessasse dal perseguitare il disgraziato Bonolis, che per amareggiargli sempre più la ormai resa insopportabile sua esistenza, risolsero allontanarlo dai suoi amici, e quel che più monta, dalla vicinanza dei suoi parenti, e quindi dal Bagno di Pescara fu trasferito in quello di Procida. Signori, ho ancora scolpito nell'animo mio quando per avviso ricevutone dal suo fratello prof. Giuseppe, io allora studente in Napoli fui a visitarlo in quella terribile bolgia del bagno penale del Carmine, ove era stato portato da corrispondenza, e da dove dovea continuare la via Crucis per raggiungere il suo destino. Ripeto, ho ancora scolpito nell'animo mio la tremenda impressione che ne ricevei. Sui primi non lo riconosceva. Vestito con la casacca rossa del Galeotto, col berretto, ma poi... basta credo inutile abusare della vostra cortese benevolenza per farne la descrizione, avvegnacché facilmente potete immaginarla!!! Nel 1860 allorquando il terrore dei Tiranni, Giuseppe Garibaldi, vittorioso sbarcava sul continente ed il Borbone sentiva crollare il suo Trono tarlato e maledetto, ei fu liberato dalla tarda amnistia, tornando in Teramo presso il suo carissimo ed affettuoso fratello prof. Giuseppe, il quale nulla avea trascurato onde rendergli meno penosa la sua cattività. Da quel giorno il Borbone si ebbe in lui uno dei più fieri ed implacabili persecutori. Non vi fu comitato di cui il Bonolis non era parte principale ed attivissimo, non vi fu atto arrischiato e pericoloso da compiere dove esso non trovavasi sempre tra i primi. Il giorno 8 settembre 1860 fu proclamato segretario del Governo provvisorio della provincia di Teramo. Posteriormente nominato commissario di Polizia rese, in quei momenti difficilissimi, a questa Città ed all'intera provincia segnalati
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