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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Mosciano S. Angelo (8-9-1894). Mosciano S. Angelo 5 sett. - Cadono le foglie vizze, i ramoscelli secchi, cadono pure dal grand'albero della vita i fiori, che lieti e freschi attendono il bacio del sole, il profumo della brezza mattutina. La gelida bufera di morte, che spira minacciosa, recide inesorabilmente tutto!... Due care fanciulle l'una poco lungi dall'altra, nell'età in cui la vita è tutto un sorriso, nel momento in cui incominciarono a germogliare ne' loro cuori i più santi ideali di affetto e di amore, colpite dalla terribile tormenta chiudono le belle luci come fiori al tramonto. Furono due casi crudeli, l'uno più pietoso dell'altro! e la povera Sesina Lelli, ultima a cadere, bella e forte, con quegli occhioni espressivi, tanto buona ed ingenua, così piena di cuore pei suoi amati genitori, non ebbe forza di resistere. La bella personcina cedette, e con lei scomparve quel tesoro di virtù, speranza lusinghiera per la povera mamma. Quando si scorse che la morte la involava, ella non emise un grido, non chiese aiuto, né si contorse per trovar sollievo. Colla più edificante rassegnazione sopportò gli ultimi tormenti, e la bocca rosea non ebbe il ghigno crudele di una morte spaventosa, ma il soave sorriso di un angiolo che pieno di giubilo non vola in Paradiso. Allorché entrai nella sua stanza per darle l'ultimo addio, giaceva già distesa nel suo letto nella elegante camicia bianca, e vestina del pari bianca, guarnita di trine e merletti, colla ricca e folta capigliatura nera sciolta, che le scendeva sulle spalle. Quale spettacolo! mi sembrò sulle prime respirasse ancora, tanto era ben composta in viso, ma tosto la gelida mano mi convinse che era cadavere, ma sempre bella come ai tempi della gioia, come ai tempi delle care speranze fiorite di dolcissime illusioni. Ave, fanciulla adorata, godi su nel cielo della gloria imperitura che così bene meritasti, e impetra da Dio ai tuoi cari la forza necessaria per sopportare con rassegnazione una così dura prova!
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