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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
capostazione (5-2-1896). Ci scrivono dalla stazione di Canzano-Castellalto: Nella notte del 30 gennaio moriva il sig. Antonio Ciccarelli capostazione di Canzano-Castellalto dopo soli pochi giorni di gravissimo male, lasciando a lui superstiti la moglie Enrichetta Scalpelli ed una figlia di tre anni. A cura dell'amministrazione ferroviaria rappresentata dall'egr. sig. Carfagnani Pietro che sostituiva il povero Ciccarelli fin dal principio della sua malattia, quale capostazione di Castellalto-Canzano, fu addobbata una sala della stazione, come camera ardente, e la mattina del 31, l'intera squadra ferroviaria dopo aver qui reso gli onori alla salma che partì col convoglio 821 per Teramo, e dopo disbrigato il servizio, si recò costà espressamente per assistere il giorno ai funerali. Concorsero a rendere più solenni le onoranze non solo tutti gli amici di Teramo e dei paesi vicini, ma anche gli impiegati di cotesta stazione ferroviaria, guidati dall'egr. sig. capo Miragoli. Il sig. Carfagnani pronunciò a nome di tutti i compagni e dell'amministrazione delle ferrovie un discorso per ricordare le doti del povero estinto. Il discorso gentile nel pensiero ed elegante nella forma fu breve, conciso, e commovente specialmente allorché alluse alla vedova "rimasta sola a sfrondare sulla bara il serto nuziale". Il povero Ciccarelli, di civile famiglia chietina, ha servito onestamente per ben ventitre anni l'amministrazione ferroviaria, ed è morto lasciando nella desolazione la moglie ed una bambina incosciente della sventura. [appr.]
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