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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
maggiore, Adua (Africa) (15-4-1896). ABRUZZESI CADUTI IN AFRICA - Maggiore Luigi De Amicis - Quando colla rapidità del fulmine, si diffondeva per l'Itala esterrefatta la notizia del disastro di Adua, un voto si elevava dal cuore di ognuno: che al dolore provato per la nuova sventura che inesorabilmente colpiva la Patria, non s'aggiiungesse l'angoscia di sapere caduto l'amico, il figlio, il fratello. Ed il mio trepido pensiero correva a quelle balze impregnate di tanto nobile sangue e rivedeva la severa figura del maggiore Luigi de Amicis, di cui avevo conosciuto ed apprezzato le rare doti e le più rare virtù; ma, ricomponendo nella mia mente il suo carattere adamantino, la sua tempra forte e virile propria dell'uomo che si spezza ma non si piega, ben poca illusione rimaneva di saperlo salvato! E purtroppo ora è confermata la sua nobile fine: i racconti dei superstiti sono pieni di ammirazione per l'eroismo di questo forte campione dell'Abruzzo. Di famiglia distintissima di Alfedena, abbracciò con entusiasmo la carriera militare, e mi sembra vedere la sua maschia figura di bersagliere, comandare i soldati che l'amavano e lo temevano: lo rivedo ancora tra le montagne del suo paese nativo, dove recavasi nei brevi giorni di licenza, a baciare la sua vecchia mamma che idolatrava. Di animo franco, leale, ispirava in chi lo avvicinava, stima e rispetto; di carattere forte, talvolta impetuoso, lo riveggo, cogli occhi sfavillanti, colla parola rude ma tagliente di soldato, fulminare chi aveva, in sua presenza, osato discutere sulla vittoria di Coatit! Stanco della vita inattiva della guarnigione a Sulmona, ottenne il trasloco per Napoli dove sperava potere più presto correre a condividere coi fratelli d'Africa le gioie ed i dolori. E quando, in seguito al disastro
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