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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
(10-6-1899). Ad otto anni quando sembrava le sorridesse la vita nel cammino cosparso di fiori, si spegneva qui straziata da morbo crudele Filomena Sabatini. Infelice, sventurata sulla culla, quasi lattante perdeva la madre sua, ed un'altra madre ritrovava nella zia, che di lei aveva fatta l'idolo dei suoi pensieri, l'idea costante della sua vita. E cresceva la cara Mamena, come le amiche la chiamavano, bella, buona, ed educata alla rigida severità di onesta famiglia, ma l'angioletta bella doveva andare a congiungersi in cielo con la madre sua, che di lassù la guardava e la sospirava di averla accanto. Ed ella ha raggiunto gli angeli del cielo, ed ella veglierà sulle notti insonni dei nonni suoi, delle zie, del padre suo, e pregherà per essi conforto e pace, per essi che ha lasciati quaggiù straziati e desolati. [appr.]
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