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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato (30-3-1905) Nel momento di andare in macchina ci piange la notizia - dolorosa notizia - della morte del concittadino Cav. Berardo Quartapelle. L'angoscia, onde vien sopraffatto l'animo nostro, c'impedisce di dire tutto quello che vorremmo dire e dovremmo del povero estinto!... Magistrato sapiente, indipendente, egli amministrò giustizia presso varii Tribunali, e per più anni nel nostro, riscuotendo il rispetto e la venerazione di tutti. Cittadino probo, amante del pubblico bene, di carattere adamantino, non ebbe altra mira che l'interesse del suo diletto paese. Marito e padre affettuoso, impareggiabile, ebbe per la famiglia un sacro culto di cui pochi sono capaci. In lui si rispecchiò tutta la bontà del padre suo che onorò Teramo con le opere e con il sapere, tutta la mitezza e la cortesia che è tradizione di casa Quartapelle. Povero amico nostro! Domani ti comporremo nella pace del sepolcro, cospargendolo dei fiori più gentili, dei fiori che tanto amasti, e sii sicuro che perseguiremo sempre la memoria tua con affetto e devozione che non si smentiranno giammai! Alla famiglia desolata le condoglianze profonde della redazione del «Corriere». (2-4-1905) La morte del Cav. D. Quartapelle ha destato viva commozione negli animi tutti, tanta era la stima da cui egli era circondato per i suoi meriti e sopratutto per la immensa bontà dell'animo suo. Solenni riuscirono le onoranze rese alla memoria del carissimo estinto. Il nostro funebre partì dalla Chiesa di Sant'Agostino ed il feretro era preceduto da confraternite e da numerose corone. I cordoni del carro erano retti dall'Avv. Marcozzi in rappresentanza del Consiglio di Disciplina, dall'Avv. Moruzzi pel Consiglio dell'Ordine, dal Presidente del Tribunale Cav. Spinelli, dal Procuratore del Re Cav.
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