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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
impiegato del tribunale (14-5-1905) Nella notte del 12 corrente si è spento, a 71 anni di vita, il buon Valentino Mangiapepe alunno presso il nostro Tribunale ed addetto al gabinetto del Presidente. Il povero Don Valentino aveva tenuto sempre quell'umile ma delicato ufficio, e per lo zelo indefesso, per la sua onestà adamantina fu caro a tutti i magistrati che lo amarono e serbarono di lui imperituro ricordo. Quell'eccelso giureconsulto che fu il Senatore Bussola, non dimenticò, come d'altronde non lo dimenticarono gli altri, il carissimo Mangiapepe, e soleva scrivergli sempre e gli scrisse anche pochi giorni prima di morire con parole più affettuose del solito, quasi presago della sua prossima fine. Lavoratore instancabile, si può dire che sia morto sulla breccia. Era stato colpito da influenza, e sebbene il cav. Spinelli lo avesse più volte pregato a rimanere a casa, ad aversi riguardi, non aveva voluto ed era tornato al lavoro. Così lo ha colto la morte che lo ha strappato all'affetto di tutta la cittadinanza. Ed in effetti tutti volevano bene a Don Valentino. Avvicinarlo e non amarlo era cosa impossibile, tanto era buono, tanto era galantuomo, cortese e gioviale. Era la virtù e la bontà fatte persona, alla maniera antica, alla maniera de' padri nostri e de' quali si va, sventuratamente, perdendo ogni giorno lo stampo. Lo accompagnarono al sepolcro, mesti ed addolorati, Magistrati, Avvocati e colleghi di ufficio che mandarono tutti belle corone di fiori, e inchinarono al passaggio del modesto feretro i suoi concittadini dolenti della disparita di un uomo, che fu simbolo di bontà indimenticabile.
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