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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, avvocato, Pescara (21-5-1905) [Inizio Voce]nobile e del plebeo: l'uscio del suo studio legale è stato in ogni giorno ed in tutte le ore aperto a tutti, ad amici ed avversarii, a conoscenti e forestieri. Ed il suo consiglio non era quello venale dell'avvocato che va in cerca di affari, non era quello di chi per vile egoismo fomenta le ire di parti per incitare alle liti; era quello dell'amico schietto e sincero, sempre equanime, che, compreso da sentimenti altamente umanitarii, tutte le sue cure poneva a comporre bonariamente ogni vertenza. Donde la fiducia, che tutti e ciascuno in lui riponeva, è venuta sempre crescendo sino al punto che egli, - ritenuto quasi oracolo -, veniva ascoltato con venerazione e rispetto; e tutti s'inchinavano ossequenti alla sua autorevole parola, che scolpiva ne' cuori il sentimento della verità e della giustizia. Salito quindi in alta estimazione appo (sic!) tutti e nella terra, che gli diede i natali, e nella provincia, occupò e nell'una e nell'altra le alte cariche pubbliche, cui, con rara abnegazione e spirito di sacrifizio, dedicò ogni sua attività intellettuale e morale, dimenticando ogni riguardo dovuto alla sua persona. Come consigliere provinciale e membro della camera di commercio primeggiò il solo fra tutti per la sua rara intelligenza, per la sua mente equilibrata e per l'intuito acutissimo, con cui d'ogni cosa prevedeva il progressivo sviluppo e la definitiva soluzione. E però non v'era problema importante da risolvere, che a lui non venisse affidato; ed egli con febbrile attività vi attendeva, meritando la stima ed il plauso dei colleghi, destando l'ammirazione di tutti. Come consigliere comunale e sindaco di Pescara diede opera al miglioramento economico, civile, morale ed intellettuale del paese, che, per la sua intelligente direzione e sotto il suo prudente governo,
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